Sopravvivera'? WAS:Re: [Discussioni] LinuxWorldExpo: a proposito della cantina.

Alberto Cammozzo mmzz a stat.unipd.it
Mar 28 Set 2004 21:36:08 CEST



	Scusate il quoting poco canonico, ma mi risulta difficile
	una sintesi in modo diverso.
	Siamo in una fase critica della nostra storia, in cui 
	le motivazioni di gruppi diversi si confondono: quello tradizionale,
	hackereccio, e quello commerciale.
	Ormai vediamo grossi mucchi di soldi girare intorno a quello
	che fino a ieri per noi era un'idea pura. 
	A qualcuno ci fa schifo che la gente facia i soldi (forse molti 
	soldi) col free software, o no. Ma il problema no profit
	o profit si pone su un piano diverso da quello free non-free.
	Tuttavia siamo abituati a pensare al free software come a 
	qulcosa di sostenuto da una comunita' che agisce per motivi 
	prevalentemnte diversi dal profitto.

	E' da un po' che mi frullano queste due domande, che vi giro, e che
	mi paiono particolarmente attuali in questo momento della storia del 
	free software:
	- la coumita' del free software restera' tale anche in un ambiente
	prevalentemente free e profit?
	- puo' il free software sopravvivere senza la community del fs?

	ciao
		mmzz





On Tue, Sep 28, 2004 at 09:11:50PM +0200, Michele Sciabarra' wrote:
> 
> >On Sat, 25 Sep 2004 17:10:47 +0200, Michele Sciabarra'
> ><msciab a eprometeus.com> wrote:
> > 
> >
> >>[...]  I dettagli qui:
> >>
> >>       http://michele.sciabarra.com/page/LeScuseDelLinuxWorldExpo
> >>   
> >>
> >
> >Qui leggo:
> >
> >     "Chi è venuto a Milano al Linux World avrà notato che le 
> >     organizzazioni
> >      non profit (per esempio, la Free Software Foundation, il Progetto
> >      Lazzaro, OpenLabs, etc)"
> >
> >Tale frase non rende giustizia l'accostamento tra FSFE (nel testo
> >dimentichi Europe) e  il 'progetto Lazzaro'.  Se c'è una critica forte
> >da muovere verso l'organizzazione del LWE è quella di aver inserito
> >enti for-profit tra i non-profit.
> > 
> >
> Mi dispiace di questo e ho subito corretto il testo. Onestamente ho 
> sempre pensato che il Didasca, che mi ha offerto uno spazio gratuito per 
> presentare il mio video corso linux, fosse una organizzazione no-profit, 
> una associazione culturale come OpenLabs. 
> 
> Il video corso, di cui c'è solo gnome per ora, per evitare ulteriori 
> equivoci, è fin d'ora scaricabile da qui.
> 
>   http://zeus.eprometeus.com/videocorsolinux.tar.gz
> 
> Licenza GPL
> 
> >Il progetto Lazzaro è un'iniziativa totalmente for-profit, con tanto
> >di convenzioni economiche con il MIUR, gestita da Didasca (stesso nome
> >sia per l'associazione culturale che per la srl, che anche se non
> >volutamente ambigua certo confonde).
> > 
> >
> Che io sappia, il progetto lazzaro è gestito da un'altra ditta che non 
> si chiama Didasca ma questo lo potrà chiarire meglio il prof Carugo.
> 
> >Non ho problemi con chi fa soldi appoggiandosi al progetto GNU e alla
> >sua comunità, ma ciò che è assolutamente intollerabile è la confusione
> >tra ciò che è attività commerciale e ciò che non è.
> > 
> >
> Mi piacerebbe che fosse così semplice, ma sfortunatamente pure la vostra 
> vendita di magliette, strettamente parlando, è attività commerciale. 
> Semmai la differenza è il fine ultimo, ma come fai a stabilire davvero 
> quale è il fine ultimo? Anche associazioni come la FAO hanno come fine 
> combattere la fame nel mondo, ma si vocifera che i loro dipendenti e 
> dirigenti percepiscano stipendi miliardari...
> 
> >Chiedo quindi a tutti i LUG impegnati nell'organizzazione del prossimo
> >Linuxday di evitare di regalare spazi commerciali alle aziende che
> >rifiuteranno di distinguere le attività che svolgono con e per la
> >comunità e quelle che invece svolgono aldifuori dei nostri valori.
> >Per esempio, se SUN vuole avere uno spazio (come accaduto a Milano
> >l'anno scorso) che venga a parlarci dei suoi investimenti in GNOME,
> >del suo OOo; e che gli sia chiaramente impedito di portare demo di
> >JDS e StarOffice!  IBM venga a parlarci di come sviluppa gcc o
> >contribuisce a samba; e non ci faccia vedere WebSphere.  Altrimenti
> >che vadano a SMAU, dove i costi sono radicalmente diversi.
> > 
> >
> Sfortunatamente era il Linux World, e non il Free Software World... Non 
> ho problemi a dire che l'organizzazione del Linux World mi ha parlato 
> della importanza della "soddisfazione degli espositori, che pagano"; 
> GoWireless è senza dubbio alcuno una azienda "for-profit". Ma io gli ho 
> ricordato che occorre anche tenere presente della "soddisfazione dei 
> visitatori", che sono in larga parte animati ANCHE di un ideale, e che 
> se non vengono loro, non ci saranno espositori che pagano la prossima 
> volta....
> 
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