Commento articolato [Was: Re: [Discussioni] Stanca sui brevetti software]
Simo Sorce
simo a softwarelibero.it
Mer 9 Mar 2005 20:33:15 CET
On Wed, 2005-03-09 at 14:58 +0100, Marco Ermini wrote:
> Simo.... are you kidding? rileggi quello che hai scritto: *1979*.
>
> Per prima cosa: la Convenzione Europea sui brevetti è stata stipulata
> nel *1973* e NON nel *1979* (quindi peggio ancora!). E comunque, fosse
> anche il 1979... hai presente? oggi siamo nel 2005! ne è passata di
> acqua sotto i ponti.
Ok 1973, ratificata nel '74 non è quello il punto, andavo a memoria.
La costituzione italiana è del '48, hai presente? quella americana
ancora anteriore, hai presente? tutta roba da antiquariato ...
Ma che discorso è? are you kidding?
> Hai presente come si evolve l'informatica? Quella
> regolamentazione è assolutamente inutile in via di principio e nei
> fatti.
La convenzione ha posto da sempre un principio molto semplice quanto
importante: la logica, che sia espressa sotto forma di formule
matematiche o software o altro, NON è materia brevettabile.
Non c'è NULLA di obsoleto in questo, è una posizione politica che
condivido completamente a distanza di ben 32 anni.
> Successivamente (1994) l'Europa ha adottato il trattato TRIPS che, se
> forse non è di fatto incompatibile, per quello che riguarda il
> software, con la legislazione del 1973, però sicuramente concorre a
> rendere anacronistica quella legislazione, o per lo meno crea delle
> "zone d'ombra legislative" in cui i singoli paesi europei possono
> "infilare" la brevettabilità del sw (e lo fanno, a quanto mi
> risulta!).
Le uniche "zone d'ombra" sono le interpretazioni distorte e interessate
dell'EPO che ha trasformato un concetto abbastanza chiaro cambiando il
significato di "as such" e svuotandolo. L'unica correzione sarebbe
quella di trovare una definizione che non si possa facilmente aggirare,
TUTTO il contenuto pratico e politico è da confermare invece. Per quanto
riguarda i TRIPS invece sei caduto nell'usuale FUD dei pro-swpat. Fatti
un giro su http://www.ffii.org [1] ogni tanto.
> Pregherei di leggere questa illuminante ricostruzione/commento:
> http://www.interlex.it/copyright/palmieri13.htm
Ecco appunto leggiamolo ...
> Secondo me Stanca (anche qui, pregherei di leggere cosa dice) - che io
> certo non considero certamente il paladino degli utenti informatici o
> il mio mentore in fatto di Open Source - esprime *alcuni punti*
> estremamente interessanti:
>
> 1) "Questa disciplina, che risale agli anni '70, ulteriormente
> attenuata dagli accordi TRIPS del 1994, di fronte alle attuali
> dinamiche produttive e alla corsa della tecnologia appare
> giuridicamente inadeguata e con ampie zone grigie, tanto da aver dato
> origine a prassi applicative molto disomogenee tra gli Stati membri ed
> a margini interpretativi che hanno portato ad alcune decine di
> migliaia di brevetti software in Europa.
> Da qui deriva la necessità e l'urgenza di un intervento regolatorio,
> in assenza del quale non potrebbe che proseguire la tendenza attuale."
Questo è tutto da provare, e se c'è così bisogno di uniformare il campo
allora probabilmente lo si dovrebbe fare per tutte le discipline,
compreso il genetico per esempio che è anche più controverso del campo
del software. Invece il progetto di Brevetto Comunitario è stato
affossato, mi pare chiaro segno che non ci sia tutta questa urgenza
reale, l'unica urgenza è quella delle lobby pro-swpat.
Già oggi chi deve fare un brevetto lo fa presso l'EPO o addirittura PCT
quindi non c'è neanche grosso problema ad ottenerli visto che la
procedura è unificata, e la direttiva non cambierebbe le cose da questi
punti di vista.
Al momento, l'unico risultato certo che può ottenere questa direttiva
così com'è, è di legalizzare la "brevettazione all'americana", ovvero,
software e metodi commerciali se non addirittura matematici e geometrici
(IBM ha recentemente ottenuto un brevetto su un metodo di calcolo
geometrico !!)
> 2) "L'espansione e la pervasività del digitale ha esteso il perimetro
> di applicazione del software ed oggi in molte industrie,
> dall'informatica alle telecomunicazioni, dall'elettronica di consumo
> all'elettromedicale, dall'avionica all'automobile, si utilizza
> software per realizzare funzionalità un tempo eseguite con dispositivi
> meccanici, elettrici, elettromeccanici o elettronici, tradizionalmente
> brevettabili e che rappresentano in molti casi elementi di vantaggio
> competitivo."
Embé ? Quindi siccome l'acqua è pervasiva, si usa in tutti i contesti
industriali e può portare un sacco di soldi se monopolizzata, cosa
aspettiamo a privatizzarne ogni uso con tanto di richiesta di royalty
aggiuntiva e monopolio totale, idem per l'aria ?
e poi vediamo di essere _chiari_. Il brevetto deve servire come stimolo
per l'innovazione o come ostacolo per la concorrenza? Cerchiamo almeno
di non esser ipocriti ...
> 4) "Vi sono, perciò, condizioni alle quali è giusto rispondere con la
> protezione brevettuale, ma a patto che siano dettagliatamente
> esplicitati e corredati da casi ed esempi i termini di applicabilità
> industriale, di novità, di inventiva, di interoperabiltà e di
> contributo tecnico effettivo. Ed altrettanto chiaramente esplicitato
> deve essere che un programma per elaboratore, o una sua parte, in
> quanto tale ed in qualunque forma non può costituire una invenzione
> brevettabile."
È già così, lo vogliamo capire?
Se lo step inventivo non è costituito da puro software il brevetto è già
ottenibile oggi senza nessuna sega mentale.
> Se magari non ha sacrosanta ragione, porta degli argomenti che
> meritano una risposta BEN MIGLIORE della citazione di un trattato del
> 1973 (e pure sbagliando l'anno...). Questa è la massima risposta che
> sa dare Assoli?
Punto primo: i non sono Assoli
Punto secondo: era una considerazione sintetica e personale e non una
risposta ufficiale a chicchessia
Punto terzo: quegli argomenti hanno già avuto risposta da ANNI, vai sul
sito di FFII e leggi un po' invece di berti la propaganda pro-swpat come
oro colato.
saluti,
Simo.
[1]: http://swpat.ffii.org/stidi/trips/index.en.html
--
AsSoLi - Associazione Software Libero
email: info a softwarelibero.it
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