[Discussioni] [Thomas Lord] [Gnu-arch-users] the way forward

Simo Sorce simo a softwarelibero.it
Dom 11 Set 2005 20:12:23 CEST


On Sun, 2005-09-11 at 18:52 +0200, Andrea Russo wrote:
> md a Linux.IT (Marco d'Itri) writes:
> 
> > On Sep 11, Andrea Russo <rastandy a salug.it> wrote:
> >
> >> > Che sono un mucchio di cazzate. Per essere precisi, è una teoria
> >> > cospiratoria che manca totalmente di riferimenti ad esempi pratici che
> >> > la sostengano.
> >> Dici che sono tutte cavolate? I riferimenti al modo di procedere di
> >> Canonical ci sono. Anche il riferimento a Collabnet mi sembra
> > No, non ci sono. È solo FUD.
> 
> Non ci sono prove, i riferimenti ci sono.

Ci sono riferimenti a normali pratiche di servizio.
C'è una serie di notizie messe una in fila all'altra
Manca il nesso logico che porta da questi fatti alle conclusioni di Tom
Lord.

In sostanza Tom Lord mi sembra un paranoico radicale che vede malafede e
pericoli in ogni dove e che alza i toni quando qualcuno tocca i suoi
giocattoli (Arch).

In alcuni casi Tom Lord evidenzia possibili pericoli, che sono anche
condivisibili, ma la sua paranoia lo porta a considerare le pratiche
attuali come ad un piano elaborato di controllo sociale, cinismo, e
malafede che secondo me non esistono perché in realtà si tratta quasi
sempre di semplice stupidità/incapacità (Rasoio di Ockham). Mi riferisco
alla supposta bassa qualità del software libero e di come le
distribuzioni GNU/Linux vogliano mantenere questa supposta bassa
qualità. Non credo assolutamente che le distribuzioni puntino alla bassa
qualità, nè che il codice sia di bassa qualità. Le connessioni con i
distributori di software proprietario poi sono semplici necessità di
mercato di cui le distribuzioni farebbero di certo a meno se potessero
(se postgres potesse sostituire Oracle RH/Suse/etc avrebbero tutto
l'interesse a spingere questa cosa vantando un TCO inferiore a chi usa
Oracle che notoriamente costa un bel botto).

Fra l'altro, per lavoro sono sviluppatore, consulente e amministratore
di sistemi linux e NON è vero che ci sia un lock-in così forte come
sostiene Tom Lord. Il suo paper dimostra solo che non sa di cosa parla.
Spala merda su RHN di cui si può benissimo fare a meno usando altri
mille tool liberi e/o distribuzioni libere 100% compatibili (CentOS,
White Box, ecc..), parla di lock-in obbligato dalle patch, fatto che
cozza frontalmente con il plot della standardizzazione per gli ISV
proprietari che notoriamente richiedono piattaforme software stabili
perché loro non inseguono (non puoi mettere l'ultima versione strablinda
del kernel sotto Oracle perché ci sono buone chances che non funzioni).

E comunque sta alla lungimiranza degli utenti non scegliere applicazioni
proprietarie, ma una volta fatta la scelta perché una distribuzione
dovrebbe fare di tutto per non aiutarti anche in quel caso? Per spirito
di martirio?

Ho personalmente migrato sistemi tra distribuzioni, anche mantenendo
applicativi binari, senza tutto il lock-in che indica Tom Lord.

In due parole mi sembra che lui sia molto, troppo al di fuori del
settore per fare la critica che fa.

Che poi le aziende tendano a farsi infinocchiare, questo è vero, ma le
distribuzioni GNU/Linux (la maggior parte almeno) finora si è comportata
molto bene nei confronti di utenti e community varie e hanno aiutato
considerevolmente la crescita di tutto il fenomeno "Software Libero",
poi mica può essere tutto perfetto e subito, errori ne fa chiunque ma la
malafede finora tranne in un caso di suicidio (SCO) non ne vedo.

> >> scrivere software di bassa qualita' in modo che continuiamo a
> > Parla per te, se scrivi spazzatura è improbabile che sia colpa di
> > qualcun altro.
> 
> Beh, a meno che non si nasca gia' "imparati", forse un briciolo di
> colpettina ce l'avrebbero anche i miei insegnati. Se.

No, gli insegnati possono essere una buona o una cattiva guida, ma la
qualità viene dalla dedizione, dalla volontà di dare il meglio, di non
prendere scorciatoie, dallo _studio_ dell'esistente. Non si nasce
imparati, ma non si può neanche pensare che le cose ce le metano in
testa gli altri senza bisogno di faticare. Insomma ci vuole un bel po'
di autocritica e confronto con gli altri.

La "colpa" è sempre tua anche se l'insegnante è pessimo, perché non te
ne sai accorgere e/o non lo cambi.

Altrimenti gli autodidatti cosa sono? Tutti incapaci? Dilettanti? No, te
lo assicuro, anzi.

Il campo del software ha questo gran vantaggio, di non richiedere quasi
nient'altro che il tuo cervello. Gli investimenti in ingresso sono molto
bassi e accessibili praticamente a tutti. Questo vuol dire che ci si
trovano delle bestie, è vero, come in ogni campo, ma vuol anche dire che
si può imparare tutto quello che serve da soli senza impedimenti di tipo
economico/finanziario sociale politico ecc..

> >> dipendere dai loro fantastici servizi e dalle loro bellissime
> >> infrastrutture.
> > Ma andiamo al punto, tu da cosa sei dipendente?
> 
> da molte cose, ma era questo il punto?

È uno dei punti cruciali, il lock-in, in questo paper. Tu ti senti
bloccato quando usi una distribuzione? Finora hai avuto veri grossi
problemi a passare da una distribuzione all'altra?
Io mai. Certo se non conosci per niente lo strumento che hai in mano
puoi anche rimanere dipendente, ma la colpa è tua non certo di
fantomatici bastoni tra le ruote che le distribuzioni metterebbero.

Simo.

-- 
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