[Discussioni] Software libero nelle scuole

Francesca Campora abnormal a ecn.org
Mer 25 Gen 2006 09:24:30 CET


Roberto galoppini wrote:

> Condivido pienamente quanto dici, e sono contento che esistano oggi
> esperienze come quella di EduKnoppix con Indire e FUSS in Alto Adige,
> dove il supporto di importanti strutture legate alla scuola e/o istituti
> regionali hanno dato supporto e visibilità a tali iniziative.
> Ormai più di due anni fa partecipai ad un'iniziativa dell'istituto
> tecnologie didattiche del CNR che ha portato alla realizzazione di una
> distro denominata SoDiLinux, derivata da una vecchia EduKnoppix, che ha
> raccolto in 3 CD una "enciclopedia" di circa 120 applicazioni
> educational, e nonostante il patrocinio del MIUR, la sponsorizzazione di
> AICA, la collaborazione con il CRIAD di bologna, le sperimentazioni di
> IRRE Lombardia e IRRE Marche (descritte in un articolo dell'ITD di una
> rivista scolastica) questa distribuzione è rimasta nei cassetti delle
> alte sfere delle istituzioni patrocinanti/sponsorizzanti, senza
> purtroppo trovare mai il canale giusto di cui giustamente parli.

soffermiamoci su questo puntum dolens anche difficile da spiegare:
le sperimentazioni possono essere micro, macro ed ovviamente tutto dipende
anche dai soldi, ciò lo sappiamo bene.
Se sono micro, ristrette ad un elite di insegnanti è probabile che
l'impatto subito non sarà enorme, non raggiungerà le sfere più basse (con
tutto il rispetto parlando) mentre le macro, che fanno partecipare più
scuole, (vedi ad esempio ENIS di ndire) avranno maggiore visibilità.

Questa è la partenza:
- la maggiore visibilità e diffusione.
Si passa poi:
- alla "reale" trasferibilità e qui si mettono in gioco anche tutti quegli
insegnanti che hanno voglia di fare qualcosa di nuovo, di vedere che cosa
succede se si cambia. La trasferibilità che noi mettiamo su carta deve
fare i conti purtroppo con quanti in realtà si è nell'ordine di idee di
sacrificarsi.

Un cambiamento non porta sempre ad un miglioramento e la paura di cambiare
è strettamente collegata alla grande massa di lavoro in più che c'è da
fare. Non tutti ne hanno voglia o possono.

Es: io sono un'insegnante elementare potrei lavorare le mie 22+2 ore alla
settimana, invece lavoro in media 10/12 ore al giorno compreso sabato e
domenica. Lo faccio perché "mi piace", ho un obiettivo chiaro in testa e i
risultati raggiunti mi motivano ad andare avanti. Molti altri sono come
me........ma non tutti.

Francesca



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