[Discussioni] gnuvox (era: Informazione pubblica: bene comune)
Vittorio Bertola
vb a bertola.eu.org
Mer 5 Lug 2006 02:17:38 CEST
Uhm, mi sa che devo condensare un po' di argomenti e di risposte, se no
qui la lista esplode.
Per prima cosa però volevo dire che spero che questa discussione non
diventi un flame personale, non vorrei diventare un altro strumento dei
vari "regolamenti di conti" a cui ho assistito su questa lista.
Certamente ho una posizione "eretica" rispetto ai puristi del software
libero, spero che possa essere comunque interessante ascoltarla. Non è
affatto un confronto per stabilire se io sia meglio o peggio di
chicchessia... (come se le persone si potessero quantificare).
E poi ho certamente uno stile alle volte provocatorio, specie quando mi
trovo davanti alla necessità di scardinare certi punti di vista che mi
sembrano aprioristici, se non piace me ne scuso.
Dunque, sulla questione di atteggiamenti, metodi, eccetera:
Francesco Potortì:
> E quello che tu vedi come un serio difetto di FSF è proprio quello
> che io vedo come il suo principale pregio, quello senza il quale FSF
> non esisterebbe, o si sarebbe liquefatta rapidamente: il non avere
> mai voluto fare compromessi sulle questioni fondamentali,
Capisco, e in un certo senso ammiro, però la mia opinione è che il
progresso derivi dal dialogo, e il dialogo richieda compromessi: non
parto dal presupposto che certe persone abbiano sempre ragione e altre
sempre torto. Detto questo, credo che la discussione sia relativamente
inutile, perchè su questo punto abbiamo opinioni diverse e penso che
nessuno di noi possa essere convinto dagli altri.
simo:
> Io credo che il disagio di Pinna che in parte ho provato anche io e' che
> il Bertola si e' risentito quando FSF non gli ha dato fiducia presso le
> NU per poi dimostrare che il suo pensiero (e non mi riferisco alle
> inesattezze sulla GPL) sembra essere piuttosto sbilanciato per uno che
> avrebbe dovuto "rappresentare" il software libero e compagnia cantante.
Io non ho mai chiesto la fiducia di FSF, l'unica cosa per cui mi sono
risentito (o meglio, che ho trovato fuori luogo) è che, a fronte della
possibilità di collaborare, alcune persone chiave di FSF* abbiano invece
preferito andare a lamentarsi dalla mamma (cioè presso il segretariato
del gruppo di lavoro delle Nazioni Unite) e puntare i piedi perchè non
avevano avuto loro il giocattolo nuovo, ma altri. Davvero, scusate per
il linguaggio, ma vi garantisco che è più o meno come quella lettera è
stata presa da molti di coloro che l'hanno letta: una prova di
immaturità, un non voler accettare le valutazioni altrui nascondendo le
ambizioni dietro a dichiarazioni di principio. E ripeto, non dico chi
abbia ragione, facevo solo notare la cosa.
Sullo sbilanciamento, sono sulla lista nera anche dei lobbisti
dell'industria... probabilmente vuol dire che dico troppe cose scomode
:-) Oppure, più facilmente, che le posizioni opposte su questi temi sono
talmente radicalizzate che nessun gruppo vuole ammettere anche la minima
deviazione dalla posizione massima; peccato che in questo modo la guerra
non avrà mai fine. (Interessante notare che è la stessa identica
situazione di Bush contro Bin Laden; perchè in fondo, se il software
libero fosse un dato assodato - come in realtà sta diventando - non ci
sarebbe più bisogno nè della FSF nè della BSA. E allora, radicalizzare
la guerra sempre di più è una scelta naturale, compiuta in questo caso
in perfetta buona fede, per chi ha passato tutta la vita a rifiutare i
compromessi e demonizzare l'avversario. Ma è una scelta produttiva per
la collettività?)
Su Vint, Google, censura e ruolo dei governi (questo meriterebbe un
thread a parte, forse conviene fare lo spinoff?):
Roberto Galoppini ha scritto:
>> E' appena il caso di ricordare che Vint è VP di Google,
>
> E' un'opinione, per altri me compreso è uno che ha lavorato una vita
> perché la rete fosse quella che è oggi, e quell'RFC è un importante
> manifesto. Punti di vista, le dietrologie su una carica ottenuta a
> posteriori le trovo comunque non pertinenti.
Non sono dietrologie, quel che intendo dire è che Vint Cerf, come Bob
Kahn e altri, riflette quel modo di pensare molto diffuso tra i
cosiddetti "padri della rete" (tutti rigorosamente maschi, bianchi,
ingegneri e americani) per cui "Internet è piena, vai via", o meglio,
chiunque arrivi su Internet dopo di loro o con esigenze o punti di vista
diversi - a cominciare dai paesi in via di sviluppo, che hanno società,
culture ed economie molto diverse, molto più basate sull'intervento
pubblico che sull'iniziativa personale, ad esempio - ha per definizione
torto.
In più, questo modo di pensare è strumentale a una egemonia su Internet
e sulle ICT da parte delle stesse multinazionali americane che dominano
il settore. Del resto, la tecnologia che il governo cinese usa per il
Great Firewall o per individuare i dissidenti è made by Cisco; il vice
president per la policy della Internet Society è un ex dirigente IBM; e
così via. Poi io ho grande stima per la persona Cerf, per quello che ha
fatto, non è certamente un disonesto; solo, ripeto, rappresenta un
retroterra culturale che è lo stesso che ci ammannisce Echelon e il
trusted computing (ma anche, che ritarda di dieci anni i nomi a dominio
in script non ASCII), e che ha paura che il proprio potere assoluto
sull'informatica, con i relativi guadagni, possa venire messo sotto
controllo da altri.
Su Google nello specifico, ovvio che Google non può bloccare in sè un
sito, ma ti garantisco che se Google fa sparire un sito dai risultati
delle sue ricerche il traffico verso di esso crolla completamente. Se
vuoi fare un paragone, è vero che se i telegiornali Rai e Mediaset
censurano una notizia io posso ancora scoprirla dal TG della Sette, ma
il numero di persone che saprà quella notizia alla fine sarà dieci volte
più piccolo. E il Web è l'evoluzione futura anche della TV.
Sulla questione GPLv3:
>> A giudicare dalle flame che si vedono in giro, tutto mi sembra meno
>> "consensus"...
>
> Questa è una battuta da bar Vittorio, pensavo stessimo discutendone
> seriamente: vai a vedere il lavoro che fanno sui loro wiki, i
> risultati ottenuti, parla con chi come Simo ci sta collaborando, e
> poi discutiamo nel merito.
Io non contesto il metodo, lo giudico per ora solo dai risultati; nei
contesti che frequento io, dove pure si parla di software libero ma dal
punto di vista dell'utilizzatore (ad esempio da chi si occupa di
cooperazione nei paesi in via di sviluppo), questo accanimento contro i
DRM raramente viene condiviso. Insomma, non credo che sia una battuta da
bar (o una falsità) il dire che ci sono parti significative del mondo
che, pur usando e sostenendo l'idea di software libero, dissentono dalla
posizione di FSF* sui DRM; forse, semplicemente, non sono quelle che
frequenti tu.
simo:
>>Detta così, mi pare "t'ho fregato 'na volta, hai messo la firmetta, mo'
>>> so' cazzi tuoi". Certo che *legalmente* hai ragione, ma moralmente?
>
> Moralmente il Software Libero tutela prima gli utenti e poi gli autori.
> Mi sembra il minimo che la modifica delle condizioni non sia applicabile
> retroattivamente!
Guarda che è FSF che sta modificando la licenza, mica l'autore... quello
che io sostengo è che l'autore dovrebbe moralmente avere il diritto di
rimanere con la versione vecchia della GPL, perchè quando (magari 10
anni fa) ha scritto "v2 o versioni successive", non poteva comunque
prevedere il problema dei DRM nè questa svolta. Non è che l'autore abbia
rilasciato il software come libero e ora voglia renderlo
retroattivamente proprietario; al contrario, potrebbe voler evitare che
un terzo (FSF) modifichi arbitrariamente le condizioni di licenza per
utilizzare il suo software (suo, non di FSF) all'interno di una "guerra
santa contro i DRM" che magari l'autore non condivide (come non la
condivide Torvalds, per citarne uno).
Però c'è una persona che mi ha fatto una osservazione che mi fa pensare
che potrei non aver capito bene la questione:
Alberto Cammozzo:
> Dare all'autore la facolta' di scegliere la versione della
> licenza e poi all'utente, ferma restando la scelta dell'autore,
> quella di scegliere se applicare le versioni successive ti
> pare una poison pill?
Premetto che magari scoprirò che sono stato anch'io vittima di FUD,
tanto meglio (non temete, non è che io sia l'advisor delle Nazioni Unite
in tema di licenze GPL... io mi limito a partecipare a questi processi
perchè quando salta su il solito drone a dire che i maledetti hacker del
peer to peer limitano l'innovazione rubando la proprietà di questa o
quella major, ci sia qualcuno a fargli notare certe cosette... ma a
livello molto più macroscopico di così). Ma a quel che ho capito, un
software rilasciato sotto GPLv3 non può essere usato per realizzare un
DRM, ma nemmeno per essere firmato in modo da essere certificato come
autentico & non modificato (a meno che l'autore non fornisca le chiavi
per poter firmare le modifiche). Corretto?
Quello che tu dici è che la mia è una falsa preoccupazione, perchè se
anche io autore ho scritto "GPLv2 o successive", un utente può
certamente scegliere di applicare v3, ma un altro utente, che intenda
usare il mio software per fare un DRM o per altre attività simili
vietate dalla v3, può semplicemente dire "io applico v2, quindi posso
farlo". Corretto?
Se ho capito male io spiegami pure. La cosa che dici tu, a dire il vero,
mi pare strana, vorrebbe dire che le misure della v3 sono di fatto
inefficaci su tutta la base di software già rilasciata come "v2 o
successiva", e non è quello che avevo capito. Ma ne sarei contento :-)
Francesco Potortì (ma anche altri):
>>Così non c'è differenza tra la FSF e una qualsiasi major del software,
>>>che una volta che hai scritto il tuo codice ne fa quello che vuole senza
>>>riconoscerti più alcuna autorità in merito.
>
> Questa è una frase ad effetto che ha fondamenta ben labili.
> FSF, ovviamente, non fa nulla del tuo codice, se ne sei tu l'autore. E
> le modifiche possibili alla GPL sono vincolate allo statuto di FSF.
Io intendevo commentare l'approccio secondo cui la licenza difende gli
utenti finali prima che gli autori... e naturalmente, difende gli utenti
finali così come interpretato dall'intermediario che ha il diritto di
definirne le condizioni di distribuzione.
Le modifiche possibili alla GPL saranno vincolate, ma non sono
irrilevanti, visto che ci sono parecchie persone che non sono d'accordo
con esse. In altre parole, FSF si arroga il diritto di apportare
modifiche controverse, anche qualora l'autore originario del software
sia esplicitamente contrario ad esse. Questo a me sembra, *verso gli
sviluppatori*, lo stesso atteggiamento di Microsoft che stipendia
programmatori per poi fare del software che distribuisce come le pare,
con l'aggravante che Microsoft, almeno, ti ha pagato il lavoro.
Contesto insomma l'atteggiamento "developer-unfriendly" secondo cui FSF
saprebbe meglio dell'autore originario come, quando e a che scopo le
condizioni di licenza del suo software debbono essere modificate, e in
cui l'autore avrebbe sostanzialmente perso il controllo di tali
condizioni avendo inserito (non si sa quanto coscientemente) la clausola
"o qualsiasi versione successiva".
Sulla strategia:
simo:
>> Molti, la maggior
>>> parte immagino, sono d'accordo con v3 e non avranno problemi con il
>>> cambiamento (anche se, secondo me, v3 è una strada potenzialmente
>>> suicida per l'intero movimento, ma chi sono io per giudicare?).
>
> Prima di giudicare magari se invece di continuare a sparare sentenze ci
> illuminassi sul perche' di tali giudizi ci faresti un po' un piacere,
> cosi' giusto per amor di discussione ...
Innanzi tutto io non sparo sentenze, mi limito ad esprimere la mia opinione.
Secondo me questa è una strada suicida perchè se il mio sistema
operativo libero non potrà riprodurre i contenuti firmati disponibili in
rete, non avrà un sistema di certificazione degli update contro virus e
attacchi vari, e così via, la maggior parte degli utenti tornerà ad
utilizzare Windows.
E anche, perchè radicalizzare il confronto su un tema cruciale come
questo rende possibile dividere il mondo tra una massa di utonti che non
hanno accesso al sistema libero (perchè non sono abbastanza radicali) e
sono completamente schiavi di TC e simili, e una piccola minoranza di
eletti che però, sfortunatamente, verranno sempre più dipinti come
hacker terroristi fino a che sarà la stessa maggioranza a chiederne il
pubblico linciaggio.
--
vb. [Vittorio Bertola - v.bertola [a] bertola.eu.org]<-----
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