[Discussioni] gnuvox (era: Informazione pubblica: bene comune)

simo s a ssimo.org
Mer 5 Lug 2006 15:57:50 CEST


On Wed, 2006-07-05 at 13:55 +0200, Vittorio Bertola wrote:
> In quel gruppo non ho rappresentato nessuno, visto che eravamo tutti 
> scelti a titolo personale in qualità di esperti. Ho portato avanti le 
> idee della società civile, discutendole di volta in volta con i miei 
> colleghi della società civile e con i vari gruppi che partecipavano al WSIS.

Scusami, ma quando dici "Ho portato avanti le idee della società civile"
non stai implicitamente dicendo che stavi rappresentando la società
civile ? a me sembra evidente, se non e' cosi' abbiamo un problema di
comunicazione.

> Nota anche che, nel momento in cui io divento relatore di un gruppo di 
> lavoro delle Nazioni Unite su un determinato tema, è mio preciso dovere 
> comprendere e rispettare le posizioni di tutti i partecipanti, anche 
> quando non le condivido.

Credo appunto ti sia stato contestato la non comprensione di alcune
posizioni. Poi io non ho mai seguito il fatto quindi posso solo desumere
da cio' che ho visto su questa lista.

> E se qualcuno pensa di poter vincere la battaglia contro i DRM senza 
> fare nessuna concessione all'industria e senza fornire una soluzione 
> credibile alla loro legittima preoccupazione di difendere i loro 
> investimenti e i loro profitti, si sbaglia di grosso. Ovviamente non è 
> accettabile che questi profitti vengano gonfiati ad arte contro i 
> diritti degli utenti, ma non lo è nemmeno impedirgli di farli del tutto.

Quindi tu sostieni che profitti e DRM sono indissolubilmente legati
anche se e' evidente a tutti che attualmente una azienda come Apple e
altre stanno facendo milioni di dollari vendendo musica con sistemi DRM
da barzelletta molto facilmente bypassabili e quindi comparabili (dal
punto di vista della perdita di profitto) alla loro assenza cosi' come
e' per la vendita di CD, DVD e Videocassette.

Io quello che non riesco a capire e' proprio questa tua cieca difesa di
un meccanismo "anticopia" che in realta' tale non e' e NON serve
primariamente (al contrario di come vanno propagandando) a "proteggere"
la musica degli artisti, ma a controllare cosa fa l'utente in modo da
poterlo obbligare a pagare lo stesso contenuto piu' e piu' e piu' volte.

Se puoi spiegarmi perche' ritieni DRM e profitti inseparabili (ma forse
dovresti spiegarci cosa e' per te DRM visto che credo, a questo punto,
che parliamo di cose diverse), la discussione diverrebbe piu'
produttiva.

> In altre parole, se la soluzione del tutto è adottare nuovi paradigmi di 
> remunerazione degli autori e degli editori (cosa peraltro che sostenevo 
> a chiare lettere nel suddetto paper), questo non può avvenire contro il 
> volere della gran parte degli autori e degli editori. "Non può" nel 
> senso di impossibilità materiale.

Lascia pure fuori gli autori, e' sempre piu' evidente che sono nella
maggior parte dei casi contrari ai DRM, e' tanto evidente che in Canada
gli autori si sono completamente dissociati dagli editori, e questa non
e' una cosa da sottovalutare, e' un sintomo estremamente chiaro della
distorsione della rappresentazione degli interessi degli autori fatta
dagli editori.

Infine forse si dovrebbero anche cambiare le aspettative di
remunerazione perche' con internet l'intermediario, se c'e', e'
destinato a ridimensionarsi fortemente perche'' i costi di riproduzione
sono in caduta libera e quindi giustamente il mercato prova a muoversi
per rimuovere una "tassa" editoriale ormai inutile. Ed e' semplicemente
quello a cui si oppongono le major. Tutto il resto e' fumo negli occhi.
E' semplicemente per questo che non ho alcuna simpatia per le major e
non mi strappo i capelli dalla testa e non mi scervello io per trovare
il modo di mantenerle ricche e grasse. Il loro modello di business e'
destinato (a meno di artificiale distorsione del mercato attraverso
anche DRM efficaci) a crollare definitivamente. Sono loro che devono
rigenerarsi e trovare altre vie senza danneggiare gli utenti, e non gli
utenti che devono piegarsi perche' loro non sono capaci di rigenerarsi
(e intendo sempre gli editori non gli autori).

Probabilmente dissenti, mi piacerebbe sapere su cosa.

> Se poi tutto questo porterà a qualcosa di concreto, non è dato sapere; 
> ma, insomma, perlomeno ci si prova. Credo che provare a portare queste 
> questioni su più tavoli e in forme diverse sia una buona strada perchè 
> vengano finalmente affrontate.

Su questo sono d'accordo e non credo nessuno obietti, il problema credo
sia nel come portarlo, mi sembra di capire che FSF ritiene che questo
gruppo abbia portato la questione sul tavolo esponendo il fianco.

> > Fino a pochi messaggi fa pensavo che il nodo del contendere fosse solo
> > la questione di strategia politica, invece hai evidenziato di *non
> > conoscere* i temi del software libero (difendi i DRM),
> 
> E' interessante la consecutio per cui se uno difende i DRM allora non 
> conosce i temi del software libero. Uno può conoscerli senza 
> condividerli, o condividendoli solo in parte, o condividendo la 
> filosofia di principio ma non la sua estremizzazione (che è ciò che 
> sento io).

Per come la vedono molti software libero e DRM sono mutualmente
incompatibili ed in effetti e' ben difficile trovare delle
compatibilita', visto che DRM significa necessariamente (tranne per
hardware TC) segretezza del codice sorgente (almeno per come intendo il
DRM le major e l'industria, un DRM di tipo mandatorio).


> > confondi
> > libertà con potere,  ("FSF si arroga il diritto di apportare modifiche
> > controverse" --ti ha risposto Simo).
> 
> A me, filosoficamente, non piace l'idea di "arrogarsi diritti", 
> preferisco ottenere il consenso discutendo con tutti gli interessati. 

E secondo te FSF, che per licenza avrebbe il diritto di buttare fuori
una GPLv3 senza parlarne con nessuno, perche' invece ha messo in piedi
un tavolo di discussione "multistakeholder" della durata di un anno e
piu' per discutere la licenza e cercare di ottenere il consenso di
coloro che poi dovranno andare ad utilizzarla ?

Se questo non e' "ottenere il consenso discutendo con tutti gli
interessati" allora non so cosa sia, doveva farsela scrivere da BSA la
licenza per ottenerlo?

> Tieni conto che su Internet l'imposizione centralizzata dura molto poco, 
> se la base non è d'accordo (è lo stesso principio per cui la RIAA può 
> ottenere leggi sempre più severe, ma lo scambio di musica in p2p 
> continua imperterrito).

Continui a portare avanti questa teoria dell'imposizione, del controllo,
dell'arroganza, ecc... Ti e' gia' stato spiegato che non c'e' nessuno
obbligo, e nessun potere di controllo da parte di FSF e quindi nessuna
imposizione, chi ha fatto una scelta, l'ha fatto consapevolmente, poi ci
sara' sempre un residuo di persone poco serie che hanno fatto scelte a
cuor leggere e poi vociano per i loro propri errori.
Ma visto che al rilascio di GPLv3 manca ancora un bel posso posso
certamente fin d'ora rilicenziare il proprio software come GPLv2 only e
andare avanti. Quindi per favore vediamo di uscire da questo circolo di
accuse infondate.

> > I tuoi scritti di questi giorni mi hanno dimostrato che Greve ha avuto
> > ragione a lamentarsi con l'ufficio di Annan.  Ora resta da capire se
> > avrai voglia di abbandonare il tuo fanatico atteggiamento anti-FSF
> 
> Che sarebbe? Criticare una azione compiuta da FSF in una occasione 
> specifica, spiegando anche perchè, non mi pare un "fanatico 
> atteggiamento anti-FSF". E Stallman, per quanto non ne condivida 
> talvolta le idee o gli atteggiamenti, resta una persona eccezionale.

Io credo ci si riferisca alle accuse forti, e infondate, che stai
portando avanti in questa discussione. Si cerca di spiegarti che stai
sbagliando ma tu semplicemente eviti i punti in questione per poi
riproporre la solita solfa dopo poche mail (vedi sopra il commento sulla
"imposizione centralizzata").

> > per
> > studiare la questione DRM, per esempio, e liberarti del  FUD che hai
> > assorbito (addirittura hai ingoiato l'argomento che sarebbe utile ai
> > paesi in via di sviluppo! sembra sentire uno della PFF).
> 
> Aspetta, dov'è esattamente che ho scritto che i DRM sarebbero utili ai 
> paesi in via di sviluppo?

Da questa tua frase puo' sembrare che tu pensi che i DRM fanno bene ai
paesi in via di sviluppo: 
"nei contesti che frequento io, dove pure si parla di software libero ma
dal punto di vista dell'utilizzatore (ad esempio da chi si occupa di 
cooperazione nei paesi in via di sviluppo), questo accanimento contro i 
DRM raramente viene condiviso."


Simo.




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