[Discussioni] gnuvox (era: Informazione pubblica: bene comune)
Vittorio Bertola
vb a bertola.eu.org
Mer 5 Lug 2006 21:46:56 CEST
Qui saltano continuamente fuori temi interessanti, purtroppo non riesco
a stare dietro a tutto, insistete pure se c'è qualcosa a cui volete
risposta e che io mi sono perso nella massa di mail, poi cerco di SERIE
C, SERIE C, SERIE C (scusate, è comparso in video Thuram).
Dicevamo:
simo ha scritto:
> Scusami, ma quando dici "Ho portato avanti le idee della società civile"
> non stai implicitamente dicendo che stavi rappresentando la società
> civile ? a me sembra evidente, se non e' cosi' abbiamo un problema di
> comunicazione.
No, questo è un termine tecnico "politologico".
Io rappresento qualcuno/qualcosa se occupo una posizione
istituzionalmente riservata a quel qualcosa, o se sono stato nominato
dai suoi membri. In quel caso, sono moralmente o fattivamente vincolato
a dire quello che il qualcosa pensa, piuttosto che le mie opinioni
personali.
Altra cosa è un gruppo di lavoro in cui le persone sono nominate a
titolo personale; in questo caso sono lì in quanto me stesso e senza
vincoli formali. (Tra l'altro, questa cosa serviva anche per i
rappresentanti di governi come quello cubano o quello iraniano, ottime
persone che essendo un po' meno formalmente vincolate, in quanto
nominati a titolo personale, potevano anche essere più aperte al dialogo.)
L'altra nota che ti faccio è che le "idee della società civile" sono
estremamente più variegate di quelle di questo ambiente.
>>Nota anche che, nel momento in cui io divento relatore di un gruppo di
>>lavoro delle Nazioni Unite su un determinato tema, è mio preciso dovere
>>comprendere e rispettare le posizioni di tutti i partecipanti, anche
>>quando non le condivido.
>
> Credo appunto ti sia stato contestato la non comprensione di alcune
> posizioni. Poi io non ho mai seguito il fatto quindi posso solo desumere
> da cio' che ho visto su questa lista.
Guarda, questo è il link:
http://bertola.eu.org/ipr-issue-v1.1.pdf
Purtroppo, sono 15 pagine in inglese, ma naturalmente qualsiasi
indicazione di inesattezze o incomprensioni è benvenuta, anche perchè
intendo riutilizzare questo paper in qualche modo e vorrei che fosse
corretto. (Tieni solo conto che è aggiornato al gennaio 2005, e che
segue un template finalizzato al lavoro del WGIG, che potrebbe quindi
essere un po' oscuro in certe parti.)
Nelle mie intenzioni, quel paper è una descrizione obiettiva dei
problemi e dei diversi punti di vista.
> Quindi tu sostieni che profitti e DRM sono indissolubilmente legati
> anche se e' evidente a tutti che attualmente una azienda come Apple e
> altre stanno facendo milioni di dollari vendendo musica con sistemi DRM
> da barzelletta molto facilmente bypassabili e quindi comparabili (dal
> punto di vista della perdita di profitto) alla loro assenza
No, assolutamente. Ti garantisco che anche il più fesso sistema di DRM
(persino quello basato sull'autorun del CD di Windows, che bypassi con
lo shift) elimina almeno il 90% dei tentativi di duplicazione. Del
resto, i progettisti di sistemi di sicurezza (avevo parlato con alcuni
di loro ai tempi di SDMI) non si aspettano certo che i propri sistemi
restino inviolati, lo scopo è guadagnare qualche anno di tempo e nel
frattempo sviluppare il prossimo sistema.
> Io quello che non riesco a capire e' proprio questa tua cieca difesa di
> un meccanismo "anticopia" che in realta' tale non e' e NON serve
> primariamente (al contrario di come vanno propagandando) a "proteggere"
> la musica degli artisti, ma a controllare cosa fa l'utente in modo da
> poterlo obbligare a pagare lo stesso contenuto piu' e piu' e piu' volte.
La "cieca difesa" io non l'ho vista, sto solo spiegando che mi sembra
ragionevole che si vogliano mettere dei vincoli alla copia; il problema
è proprio la mancanza di regole che difendano il diritto dei consumatori
di non pagare lo stesso contenuto più volte.
E' possibile che, alla fine, in un ambiente di fiducia reciproca,
l'industria del contenuto intellettuale possa funzionare anche solo con
dei DRM di tipo descrittivo, anzichè con quelli di tipo prescrittivo. In
questo senso, forse sarebbe un passo avanti se chi si oppone ai DRM
prescrittivi sviluppasse un sistema di DRM descrittivi e una relativa
infrastruttura di pagamento (flat o non flat possiamo discuterne, ma su
base volontaria a questo punto).
(Tra l'altro, il problema della remunerazione del contenuto gratuito è
comunque generale: l'industria dei contenuti - e parlo anche di chi fa
siti Web, ad esempio - ce l'ha a morte con le telecom, perchè la telecom
incassa un prezzo per l'accesso che è giustificato anche dalla
disponibilità di contenuti. Ci sono state varie proposte di introdurre
sistemi di compensazione per trasferire una parte del costo di accesso a
chi fa contenuti, solo che non ce ne sono di praticabili al momento.)
> Se puoi spiegarmi perche' ritieni DRM e profitti inseparabili
Quanta gente in Italia si "autoriduce" il canone RAI pur guardando la
RAI tranquillamente?
Tu quanti CD hai comprato nell'ultimo anno, e invece quanti ne hai
scaricati via peer to peer?
(rischio, eh, che non ti conosco)
> Lascia pure fuori gli autori, e' sempre piu' evidente che sono nella
> maggior parte dei casi contrari ai DRM,
Dipende. Chiedilo a Faletti :-D
> Infine forse si dovrebbero anche cambiare le aspettative di
> remunerazione perche' con internet l'intermediario, se c'e', e'
> destinato a ridimensionarsi fortemente perche'' i costi di riproduzione
> sono in caduta libera e quindi giustamente il mercato prova a muoversi
> per rimuovere una "tassa" editoriale ormai inutile.
Quanti comprerebbero i dischi di Tiziano Ferro (per fare un nome a caso)
se non ci fosse una major a "costruirlo" e pubblicizzarlo?
(Io non li compro, per capirci.)
> Ed e' semplicemente
> quello a cui si oppongono le major. Tutto il resto e' fumo negli occhi.
> E' semplicemente per questo che non ho alcuna simpatia per le major e
> non mi strappo i capelli dalla testa e non mi scervello io per trovare
> il modo di mantenerle ricche e grasse. Il loro modello di business e'
> destinato (a meno di artificiale distorsione del mercato attraverso
> anche DRM efficaci) a crollare definitivamente.
Questo è possibile (incidentalmente sette anni fa, insieme ad altra
gente, io ho messo in piedi una azienda che si chiamava Vitaminic, che
prima di diventare una scatola finanziaria da vendere agli spam...
pardon, fornitori di servizi a valore aggiunto, seguiva appunto questa
filosofia). E non ho nessuna simpatia per le major, penso che certamente
debbano cambiare molto. Però non sono convinto che veramente, senza
coercizione al pagamento, qualcuno continuerebbe a investire cento
milioni di dollari a botta per fare dei film (alcuni certamente orridi e
commerciali, ma altri piuttosto belli).
> Per come la vedono molti software libero e DRM sono mutualmente
> incompatibili ed in effetti e' ben difficile trovare delle
> compatibilita', visto che DRM significa necessariamente (tranne per
> hardware TC) segretezza del codice sorgente (almeno per come intendo il
> DRM le major e l'industria, un DRM di tipo mandatorio).
Veramente mi risulta che nella crittografia moderna la segretezza stia
nella chiave, non nell'algoritmo.
D'altra parte, per quello che ti dicevo prima, già limitare la
possibilità di duplicazione illegale alla necessità di installare
versioni modificate illegalmente di software (anche libero), anzichè
permettere di farlo col copia e incolla, potrebbe essere sufficiente a
mantenere la pirateria a un livello fisiologico, quello appunto dell'era
analogica.
Oppure, può darsi che si possa costruire un sistema in cui la copia è
libera ma pagano tutti via equo compenso sull'accesso alla rete; ma non
sarebbe più equo un sistema in cui pago per l'uso, e se non ascolto
musica non pago nulla?
> E secondo te FSF, che per licenza avrebbe il diritto di buttare fuori
> una GPLv3 senza parlarne con nessuno, perche' invece ha messo in piedi
> un tavolo di discussione "multistakeholder" della durata di un anno e
> piu' per discutere la licenza e cercare di ottenere il consenso di
> coloro che poi dovranno andare ad utilizzarla ?
Ok, capito.
Probabilmente gli oppositori alla v3 sono una minoranza?
> Ma visto che al rilascio di GPLv3 manca ancora un bel posso posso
> certamente fin d'ora rilicenziare il proprio software come GPLv2 only e
> andare avanti. Quindi per favore vediamo di uscire da questo circolo di
> accuse infondate.
Ok. Probabilmente ho sopravvalutato il potere coercitivo della FSF.
>>Aspetta, dov'è esattamente che ho scritto che i DRM sarebbero utili ai
>>paesi in via di sviluppo?
>
> Da questa tua frase puo' sembrare che tu pensi che i DRM fanno bene ai
> paesi in via di sviluppo:
> "nei contesti che frequento io, dove pure si parla di software libero ma
> dal punto di vista dell'utilizzatore (ad esempio da chi si occupa di
> cooperazione nei paesi in via di sviluppo), questo accanimento contro i
> DRM raramente viene condiviso."
In genere, chi fa cooperazione spinge il software libero per abbattere
il costo insostenibile delle licenze di Windows (e gli altri fenomeni
come il lock-in su formati proprietari e così via). Ma trova
assolutamente giusto che i contenuti vengano protetti in qualche modo.
--
vb. [Vittorio Bertola - v.bertola [a] bertola.eu.org]<-----
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