[Discussioni] La proprietà
Nicola A. Grossi
k2 a larivoluzione.it
Ven 9 Giu 2006 01:28:21 CEST
Somma dice:
"Se proprio vogliamo tornare alle rivoluzioni facciamolo come si deve,
allora. Come avvenne nel 1791 durante la Rivoluzione Francese, a cui la
Storia riservò forse miglior sorte dei vaneggiamenti prudhoniani, facciamo
in modo di garantire il diritto di sfruttamento economico per soli cinque
anni tutelando fortemente il diritto di paternità dell'opera d'ingegno
contro il plagio."
Somma sale in cattedra ed indica la strada per la rivoluzione parlando di
vaneggiamenti "prudhoniani" (proudhoniani, magari): "facciamo in modo di
garantire il diritto di sfruttamento economico per soli cinque anni
tutelando fortemente il diritto di paternità dell'opera d'ingegno contro il
plagio".
Mi piace soprattutto quel "fortemente": pene corporali per chi plagia?
Ma quello che scrive Somma è tutta farina del suo sacco o è un insieme di
citazioni, di pensieri altrui (quelli sì, davvero sommi)... ?
E chi scrive un codice non è forse assai spesso un plagiatore addestrato
alla scuola del plagio?
Non sarebbe forse il caso di ridisegnare giuridicamente e magari anche
socialmente il conceto di plagio anziché auspicare la "ghigliottina" per
chi, come Somma, del resto, rielabora il pensiero altrui trovando nuove
straordinarie soluzioni?
Infine, credo che il discorso sui diritti reali andrebbe più correttamente
inquadrato sui diritti connessi, fortemente potenziati dall'EUCD.
DRM e diritti connessi sono oggi la rappresentazione del potere di chi
massimizza il profitto rubando denaro (mentre un plagiatore utilizza idee,
non le ruba: considerare come materiale un bene immateriale, questo dovrebbe
essere premiato con la "ghigliottina"!).
Concludo ricordando a Somma che Proudhon, che ha un pensiero assai più
variegato di quello da egli sommariamente descritto, disse anche che "la
proprietà è libertà".
Quindi c'era forse un modo più diretto per utilizzare (rectius: plagiare) il
pensiero di Proudhon, c'era una soluzione più efficace per farlo rivoltare
nella tomba... ma questa soluzione appartiene alla logica delle infinite
possibilità, che è anche la logica dell'arte, in cui il plagio, come dice un
mio amico, è necessario.
La creatività opera anche attraverso il plagio; una frase illuminante è: "mi
è venuta in mente un'idea per un plagio".
Quando nacque con dada l'arte concettuale, fu chiaro al mondo intero che un
ready made (un oggetto già pronto come uno scolabottiglie, come una ruota di
bicicletta, come una macchina per il caffè... in realtà simboli ermetici) o
un dipinto assai famoso con un elemento aggiunto (come La Monnalisa di
Leonardo con i baffi ed un anagramma alla base) potessero essere arte ed
originalissima arte proprio perché l'arte non è un oggetto, ma un concetto!
E dopo un secolo dal grande outing dada e dalla grande conquista di questa
consapevolezza ancora parliamo di plagio, come se l'arte fosse una mucca da
da ciucciare e fare a pezzi.
Saluti,
n.a.g.
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