[Discussioni] Re: gnuvox (era: Informazione pubblica: bene comune)

Vittorio Bertola vb a bertola.eu.org
Mar 20 Giu 2006 14:14:01 CEST


Salve,

ringrazio tutti per le risposte, comprimerò un po' di risposte in un 
messaggio solo:

Nicola A. Grossi ha scritto:
>> Di fronte all'invito fatto ai massimi esponenti del movimento di 
>> partecipare e portare le proprie idee all'interno di alcuni processi 
>> delle Nazioni Unite, le risposte sono state del tipo "non potete 
>> parlare di proprietà intellettuale finchè non smettete di usare questo 
>> termine"
> 
> 
> Queste sono fissazioni terminologiche stallmaniane: non si dice 
> proprietà intelletuale, non si dice open source, ma free software, non 
> si dice open content, ma free content, non si dice digital rights 
> management, ma digital restrictions management, non si dice trusted 
> computing ma treacherous computing... se usi i termini sbagliati facendo 
> il gioco del nemico!
> Comunque, basta assecondarlo e poi si può parlare con lui tranquillamente.

Assolutamente, ci siamo già incontrati un certo numero di volte, a 
Tunisi al WSIS eravamo entrambi nel panel di Hipatia, a Torino pochi 
mesi fa abbiamo pranzato assieme, è una persona estremamente 
interessante. Il problema è che non puoi andare a dire alle Nazioni 
Unite, o ad alcuni dei maggiori esperti internazionali che si occupano 
di diritti di comunicazione in rete, "non parlo con voi perchè usate 
questa parola e non l'altra": puoi avere tutte le motivazioni 
concettuali che vuoi, ma l'unico risultato è di autoescluderti dalla 
discussione, e quindi di far vincere il tuo avversario per abbandono del 
campo.

Francesco Potortì:
> In generale non mi meraviglia che la FSF pretenda di essere
> rappresentata in qualunque consesso nel quale si parla di software
> libero, è il suo ruolo farlo.  È dentro la FSF che è nato il termine e
> il concetto di software libero, è da questo concetto che è nato il
> termine open source, è dentro la FSF che è nata la licenza GPL, di gran
> lunga la più utilizzata per il software libero.  Se qualcuno l'ha
> lasciata fuori da un discorso istituzionale, non è stato certo per una
> dimenticanza.
> Per questi e altri motivi, sarebbe più istruttivo sapere esattamente
> come si sono svolti i fatti cui accenni e quali le persone coinvolte.

Io ho vissuto direttamente il processo per la nomina dei membri del 
WGIG, il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite che si è occupato l'anno 
scorso di fare una sorta di ricognizione di tutti i problemi di 
Internet. Informalmente, è stato chiesto ai gruppi della società civile 
che partecipavano al WSIS di mettersi d'accordo su una lista di nomi; 
sono state raccolte nomination da parte di tutti i gruppi di lavoro che 
si erano creati (Internet governance, Informazione scientifica, 
Educazione, Diritti umani, Giovani...). Il gruppo di lavoro su PCT, che 
sostanzialmente coincideva con FSF*, ha segnalato tre persone: Richard 
Stallman, Georg Greve, Enrique Chaparro.

Alla fine, sulla trentina di nomination ricevute, il gruppo di nomina ha 
proposto una decina di nomi (tra cui il sottoscritto), tra cui nessuno 
dei tre di cui sopra; questi nomi sono stati valutati e accettati 
praticamente in toto dall'ufficio di Kofi Annan. Il motivo per cui il 
gruppo di nomina abbia scartato i tre non lo posso sapere, ma lo posso 
immaginare: credo che siano stati giudicati poco adatti a interagire in 
modo costruttivo dentro un gruppo di lavoro composto anche di alti 
ufficiali governativi e rappresentanti dell'industria (giudizio 
ovviamente opinabile, ma dovuto appunto al famoso modo di porsi di cui 
si parlava); e in più, era difficile nominare in rappresentanza di 
centinaia di gruppi della società civile persone la cui interazione con 
gli altri "caucus" era stata sostanzialmente nulla.

Dopodichè, mentre io e altri dei nominati ci facevamo le nottate nel 
gruppo di lavoro a litigare con i signori di WITSA e ICC per avere un 
documento di analisi sul tema "proprietà intellettuale" che non 
sembrasse un bollettino della RIAA, è arrivata a Ginevra una lettera di 
Greve, che spiegava alle Nazioni Unite che noi non eravamo 
rappresentativi e non dovevano starci ad ascoltare, e si chiudeva con 
una frase un po' minacciosa del tipo "comunque, siamo interessati a 
trovare una soluzione costruttiva senza danneggiarvi, e avremmo dei 
suggerimenti in merito; il nostro numero di telefono è...".

Non c'è bisogno di dire che, grazie anche a quella lettera, il documento 
piuttosto aperto che avevamo preparato sui temi di IPR e software 
libero, ed eravamo quasi riusciti a far passare, è finito dritto nel 
cestino, su pressione degli "americani" del gruppo. Allo stesso tempo, 
chissà come mai, Kofi Annan non ha richiamato Georg Greve :-)

Nonostante il fatto che, in spirito di collaborazione, avevo già prima 
inviato il suddetto documento (di cui ero il relatore) in bozza sia a 
Stallman che a Greve, avendo col primo un lunghissimo scambio che aveva 
portato ad includere molti dei suoi punti nella bozza (e a renderla 
oggettivamente migliore!), l'idea successiva del gruppo PCT è stata di 
intimare alle Nazioni Unite di non discutere affatto di free software e 
proprietà intellettuale, in quanto Kofi Annan non aveva nominato nessuno 
dei tre candidati di cui sopra nel gruppo di lavoro.

E così, da quel punto in poi l'agenda del WSIS sul tema si è dilungata 
su punti orridi come la "lotta al cyberterrorismo", ma ha praticamente 
ignorato il software libero, almeno nella parte di governance. Secondo 
me, un autogol clamoroso, apparentemente solo per questioni di 
visibilità personale.

Questa è la vicenda che ho vissuto direttamente, e che mi è sembrata 
indicativa di come queste associazioni, pur con tutto il rispetto a loro 
dovuto, pretendano un "diritto di primogenitura" che viene rivendicato 
anche a costo di far male a quella che è la loro stessa causa.

Stefano Maffulli:
> La comunità è ampia e variegata, il che è un valore ma anche una
> debolezza.  Questo vuol dire che bisogna scegliere con cautela gli
> interlocutori da invitare ai tavoli.  FSFE non è la comunità del sw
> libero, non la rappresenta e non intende rappresentarla.  FSFE
> rappresenta solo FSFE, ed è un nodo di una rete di persone e gruppi che
> si riconoscono nel GNU Manifesto.

Potessi farti leggere la lettera di Greve al WGIG delle Nazioni Unite, 
dice l'esatto opposto :-)

> Per quanto riguarda FSFE, siedere a tavoli dell'ONU e del WIPO è parte
> delle attività istituzionali, nonostante si parli di 'proprietà
> intellettuale'. 

Ma difatti nessuno contesta l'importante, fondamentale lavoro che FSF* 
svolge per il software libero. Quello che non mi va giù è l'apparente 
pretesa che nessun altro possa fare lo stesso lavoro, a meno che non 
prenda istruzioni da FSF*.

Poi, tutto questo sono opinioni e impressioni personali, soggettive 
quanto si vuole.

Ciao,
-- 
vb.             [Vittorio Bertola - v.bertola [a] bertola.eu.org]<-----
http://bertola.eu.org/  <- Prima o poi...



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