[Discussioni] terminologia licenze SL, o meglio: virale? no grazie

Alberto Cammozzo mmzz a stat.unipd.it
Sab 4 Mar 2006 17:46:22 CET


On Fri, Mar 03, 2006 at 08:19:30PM -0500, simo wrote:
> On Sat, 2006-03-04 at 01:09 +0100, Alberto Cammozzo wrote:
> 
> > 	Non mi disturba il termine "virale". Esistono ambiti in cui 
> > 	il termine viene usato con connotati positivi, ad esempio il 
> > 	"viral marketing", con riferimento alle proprieta' esponenziali 
> > 	di replicazione. 
> 
> E io che ho sempre considerato il "viral marketing" una cosa
> negativa :-)

	Perche', il marketing non virale ti sta simpatico? :-)

> > 	Vedo due motivi per cui la metafora virale puo' essere appropriata:
> > 	1- Il virus inietta DNA, cioe' comportamento, termine semanticamente
> > 	affine a quello di licenza.
> 
> Dove starebbe l'affinita' ?
> La licenza non inetta proprio niente da che posso vedere io.

	In sintesi. La licenza descrive i comportamenti leciti relativamente al 
	codice e sanziona quelli illeciti. Anche se la GPL rovescia gli obbligi in 
	diritti, continua a regolare il comportamento. Aggiungere la persistenza 
	dei comportamenti anche sui prodotti derivati significa introdurre (iniettare)
	un comportamento persistente, cioe' che non puo' piu' essere alterato.

> > 	2- Non e' la massa di codice che determina la capacita' di contagio. 
> > 	Anche una piccola porzione di codice GPL puo' contagiarne una piu' 
> > 	grande, analogamente al piccolo virus.
> 
> La GPL non puo' contagiare proprio un bel niente.
> La GPL e' una scelta cosi' come e' una scelta usare una libreria
> proprietaria.
> La licenza detta solo le condizioni alle quali puoi unire tra loro sue
> pezzi di codice, non ha alcun potere di cambiare lo status legale di
> codice di terzi.

	Questo e' il discorso sui derivative works, e riguarda la 
	persistenza. Il discorso sulla viralita' e' diverso e 
	mi pare fosse nelle premesse, ma forse val la pena approfodire.

	Se un terzo vuole includere codice GPL in proprio codice che non lo 
	e' deve in sostanza renderlo GPL: "This General Public License 
	does not permit incorporating your program into proprietary programs". 
	Al punto che c'e' bisogno di una LGPL e di un articolo 10 della GPL 
	per gestire situazioni in cui non si desidera questo fenomeno che
	e' difficile non chiamare "contagio".
	E' anche uno dei motivi per cui alcuni programmi di successo
	sono distribuiti sotto doppia licenza, una che consente l'inclusione 
	in software piu' o meno proprietario, e una GPL.

	Dal nostro punto di vista questa viralita' e' un concetto positivo 
	ed ha effetti desiderabili. Rispecchia il messaggio:
	"Caro programmatore proprietario, se vuoi il buon codice libero devi 
	rendere libero anche il tuo. Io, programmatore free, voglio che tu
	rifletta e faccia una scelta: o mischiare il mio codice GPL al tuo, 
	e liberarlo, o rinunciare al mio e riscriverti quello che ti serve 
	da zero." Nessun obbligo.

	Uno slogan (ma stiamo parlando di marketing, no? ;-)
	potrebbe essere: 

		"LA LIBERTA' E' CONTAGIOSA"





[...]


	Ciao
		Alberto







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