[Discussioni] Re: FSFE non ha condiviso affatto la piattaforma politica dei Pirati svedesi

Giovanni maverick1818 a libero.it
Dom 24 Set 2006 14:27:30 CEST


Nicola A. Grossi wrote:

> A me più che una piattaforma politica mi sembra una piattaforma utopica:
> il PP per ottenere quella riduzione non potrebbe agire né a livello 
> nazionale né a livello europeo (in caso di elezione nel parlamento europeo), 
> ma a livello internazionale (la Convenzione di Berna fissa la durata minima 
> a 50 anni dopo la morte dell'autore): cosa davvero molto molto difficile. 

E' per questo che ho cercato di portare nel PP italiano un discorso di
più ampio respiro, e in particolare una deriva anticapitalista: non si
può infatti essere ad esempio a favore del WTO e poi chiedere una
qualsiasi sostanziale riforma delle durata o abolizione del copyright.

Tieni comunque presente che gli Stati Uniti hanno accettato la
Convenzione di Berna solo nel 1989, e che quindi ci sono o si possono
trovare degli spazi di manovra, almeno in sede europea.

Ovviamente, sono spazi di manovra conflittuali con le istituzioni
esistenti, e, come ho già detto, è secondo me impensabile presentare un
PP senza un'adeguata e coerente Weltanschauung anticapitalista.

Bisognerebbe partire dalla "lack of sovereignty" delle popolazioni
locali (regionali, nazionali, europee) di fronte ai trattati
internazionali. Nel PP italiano non ho trovato alcuno stimolo
nell'affrontare questo genere di temi, e me ne sono tirato fuori.

> Allora, forse, per ottenere qualcosa di concreto occorre utilizzare 
> parametri un po' più raffinati, ragionare sull'utilità pubblica (educativa, 
> scientifica... ) dell'opera, ragionare sul contributo dello Stato alla sua 
> produzione... introdurre una serie di norme speciali.

Secondo me si può tranquillamente fare ciò in parallelo, dopo aver
chiarito quegli obiettivi che secondo te sono utopistici. Perché la mia
indole è quella di essere realista, chiedendo l'impossibile (cit.) per
mantenere alta la pressione sui nemici ed ottenere il massimo dei
risultati ottenibili, dati dai reciproci rapporti di forza. E del resto
lo slogan che hai sul tuo blog, se non sono caratteri al vento, ti
dovrebbe aiutare nel capire che se anche le ipotesi sono improbabili,
bisogna sempre tentare, se si vuole realmente modificare la realtà.

> Ma non c'è volontà, si va avanti per inerzia. 

Le leggi sono il risultato di rapporti di forza tra le parti.
In Occidente i liberisti la fanno da padrone, ed hanno istituito un
sistema di leggi internazionali quanto più a propria immagine e
somiglianza hanno potuto: i famosi 70 anni sono solo un limite del tutto
arbitrario ed *in linea teorica* nulla vieterebbe un giorno
l'imposizione di un copyright eterno (ma ciò non converrebbe neppure a
loro). Da un punto di vista anticapitalista, dunque, anche la volontà di
uscire dall'Unione Europea ("ricercando l'impossibile") e in generale
dal dominio del mercato mondiale, sarebbe secondo me un ottimo strumento
affinché le popolazioni possano riappropriarsi della sovranità perduta
("si realizza il possibile"). Pur restando alla fine ancora nell'UE.

Ovviamente, il discorso così si amplia a dismisura, si creano divisioni
interne e si rischia di non avere quella forza necessaria per influire
sullo sviluppo delle istituzioni. Però secondo me è l'unica strada
percorribile per modificare sostanzialmente le cose, e non solo
superficialmente come alcuni invece vorrebbero.

> Ma vorrei sapere qual'è la conseguenza di questo: tu dici che FSFE sarebbe 
> favorevore ad abolire il pubblico dominio e sostituirlo con il copyleft.
> Io non lo so se FSFE la pensi davvero così, ma non capisco la necessità di 
> abolire il pubblico dominio per garantire la libera conoscenza. 

Neppure io so se FSF(E) la pensi davvero così: le mie sono supposizoni.

La necessità di abolire il pubblico dominio deriva dal fatto che,
secondo l'ideologia del FSF, i software non-free non dovrebbero avere
neppure dignità d'esistenza, in quanto - sempre secondo la loro
ideologia - essi limitano la libertà di chi possiede il software stesso.

Dunque l'idea stessa che un software free possa un giorno dare vita ad
un software non-free è già di per sé un attacco alle libertà degli
individui. Il discorso delle quattro libertà fondamentali del free
software credo tu le conosca: la sola prospettiva di perderle, è una
pessima prospettiva secondo FSF. Figuriamoci se il tempo necessario
viene anche accorciato a dismisura.

E' secondo me questo il motivo per cui FSFE è (giustamente, dal loro
punto di vista) contrario alle rivendicazioni del PP svedese. Se però si
aggiungessero dei meccanisimi in grado di *proteggere* il free software
dal public domain, sono quasi certo che appoggierebbero la
rivendicazione. Al limite, proponi tu la cosa nel PP italiano.

Sulla necessità di proteggere il free software dal public domain penso
non sia necessario spendere molte parole: tu m'insegni che il public
domain non prevede alcuna protezione legale, e quindi verrebbe prima di
tutto a mancare, nel PD, la viralità della licenza copyleft, che è il
fulcro, l'hack legale, col quale il copyleft può utilizzare il copyright
per diffondere le libertà fondamentali del free software.

Saluti.
Giovanni

ps. Nicola, di' quello che devi dire: esponi la tua tesi! Non ci credo
che tu non abbia una visione chiara di queste cose. :o)



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