[Discussioni] Re: FSFE non ha condiviso affatto la piattaforma politica dei Pirati svedesi
Nicola A. Grossi
k2 a larivoluzione.it
Dom 24 Set 2006 17:31:16 CEST
Giovanni Scrive:
> Tieni comunque presente che gli Stati Uniti hanno accettato la
> Convenzione di Berna solo nel 1989, e che quindi ci sono o si possono
> trovare degli spazi di manovra, almeno in sede europea.
Non afferro il nesso di causa-effetto.
> Secondo me si può tranquillamente fare ciò in parallelo, dopo aver
> chiarito quegli obiettivi che secondo te sono utopistici. Perché la mia
> indole è quella di essere realista, chiedendo l'impossibile (cit.) per
> mantenere alta la pressione sui nemici ed ottenere il massimo dei
> risultati ottenibili, dati dai reciproci rapporti di forza. E del resto
> lo slogan che hai sul tuo blog, se non sono caratteri al vento, ti
> dovrebbe aiutare nel capire che se anche le ipotesi sono improbabili,
> bisogna sempre tentare, se si vuole realmente modificare la realtà.
Più che uno slogan è una frase di Bakunin, detta in un contesto sociale e in
un periodo storico molto diverso da quello attuale.
Però è una frase ancora moderna, sempreché sia applicata alla modernità.
Vuoi cambiare le regole usando le regole o rifiutandole?
Se scegli la prima opzione (e il PP l'ha scelta) devi assicurarti la
possibilità tecnica di soddisfare la tua richiesta.
Cosa avrebbe potuto fare il PP svedese a livello nazionale od europeo per
portare la durata del copyright a 5 anni? Nulla.
E questo, se sei un partito, lo devi dire ai tuoi elettori: non è che gli
puoi dire "E' ricercando l'impossibile che l'uomo ha sempre realizzato il
possibile".
> Dunque l'idea stessa che un software free possa un giorno dare vita ad
> un software non-free è già di per sé un attacco alle libertà degli
> individui. Il discorso delle quattro libertà fondamentali del free
> software credo tu le conosca: la sola prospettiva di perderle, è una
> pessima prospettiva secondo FSF. Figuriamoci se il tempo necessario
> viene anche accorciato a dismisura.
> Sulla necessità di proteggere il free software dal public domain penso
> non sia necessario spendere molte parole: tu m'insegni che il public
> domain non prevede alcuna protezione legale, e quindi verrebbe prima di
> tutto a mancare, nel PD, la viralità della licenza copyleft, che è il
> fulcro, l'hack legale, col quale il copyleft può utilizzare il copyright
> per diffondere le libertà fondamentali del free software.
Il copyleft riguarda la modificazione. Non occorre fare di ogni erba (di
ogni diritto di utilizzazione economica) un fascio per garantire lo sviluppo
libero della conoscenza garantito dal copyleft.
> ps. Nicola, di' quello che devi dire: esponi la tua tesi! Non ci credo
> che tu non abbia una visione chiara di queste cose. :o)
Di tesi ne faccio parecchie e non mi sottraggo mai dall'esporle.
Se avessi una tesi sulla durata del copyright, l'avrei esposta da tempo.
Ma mi pare una perdita di tempo, oggi, parlare della durata del copyright.
Soprattutto mi sembra l'approccio sbagliato al problema, considerando che
questi estremismi generalisti oggi come oggi mostrano il fianco a molte
critiche.
Sono favorevole ad accendere la miccia per incominciare a fare un fuoco che
possa avere un futuro, non credo che con la fiamma ossidrica si vada molto
lontano.
Poi c'è la pirateria, che considero un importante fenomeno sociale, che già
sta compiendo la sua battaglia fuori dalle regole e potrebbe anche vincerla
(anche a livello internazionale).
Ma se partiamo dalla politica bisogna ragionare utilizzando le regole della
politica.
Saluti,
n.a.g.
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