[Discussioni] Re: FSFE non ha condiviso affatto la piattaforma politica dei Pirati svedesi
Giovanni
maverick1818 a libero.it
Dom 24 Set 2006 18:33:43 CEST
Nicola A. Grossi wrote:
> Non afferro il nesso di causa-effetto.
Semplicemente, dicevo, si tratta sempre di rapporti di forza: se si ha
la forza di contrastare le eventuali rappresaglie degli altri paesi, si
può tranquillamente decidere a cosa aderire e a cosa no. Basta pensare
al protocollo di Kyoto, dove il paese con la maggiore emissione di
sostanze inquinanti può evitare di firmare senza temere sanzioni.
Quindi gli spazi di manovra ci sono, a patto che si raggiunga una
posizione forte. E' in quest'ottica che ad esempio si può leggere anche
l'alleanza antiamericana che unisce molti, da Chavez ad Ahmadinejad.
> Più che uno slogan è una frase di Bakunin, detta in un contesto sociale e in
> un periodo storico molto diverso da quello attuale.
Lo so. Ma se secondo te non è più applicabile, dovresti toglierla.
> Vuoi cambiare le regole usando le regole o rifiutandole?
Se le regole prevedono sbilanciate privazioni di libertà, le rifiuto.
> Cosa avrebbe potuto fare il PP svedese a livello nazionale od europeo per
> portare la durata del copyright a 5 anni? Nulla.
Non è vero, si può fare molto, se però ci si dà certe premesse - e in
particolare l'avversione a questa globalizzazione, secondo me.
Se il PP svedese, da quel che ho letto, ha solo in minima parte
sviluppato simili premesse, quello italiano invece si è secondo me
preoccupato solo di precludersi la strada, fino da ora. Tant'è che nelle
condizioni attuali, ciò a cui può aspirare è solo una modifica della
legge Urbani per rendere lecito il filesharing per uso non commerciale.
Ma dire che non possano fare niente, non è vero: il compito principale
dei PP dev'essere quello di diventare influenti, ponendo in essere un
potere alternativo all'attuale strapotere delle grandi corporation.
Dovranno creare una concezione sociale che ripudia la proprietà
intellettuale e al limite la accetta solo come male necessario affinché
gli artisti possano vivere grazie alla loro arte.
Questa concezione nel PP italiano manca del tutto: si è deciso di
partire dall'accettazione delle corporation e dalla difesa del copyright
come diritto naturale, per di più sputando in faccia a chi fa arte senza
essere retribuito (come gran parte di chi sviluppa free software),
sostenendo addirittura che, se non retribuita, l'arte non può esistere!
> Il copyleft riguarda la modificazione. Non occorre fare di ogni erba (di
> ogni diritto di utilizzazione economica) un fascio per garantire lo sviluppo
> libero della conoscenza garantito dal copyleft.
E' semmai il PP svedese che l'ha fatto.
La FSFE secondo me si è comportata come doveva.
> Ma se partiamo dalla politica bisogna ragionare utilizzando le regole della
> politica.
Anche Bakunin faceva politica.
Ma voleva abbatterle, le regole della politica a lui coeva.
Se "ragioni" con l'attuale sistema internazionale, è chiaro che non puoi
fare granché a livello locale. Se invece ne metti in discussione le
fondamenta teoriche, puoi fare molto.
Saluti.
Giovanni
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