[Discussioni] Re: FSFE non ha condiviso affatto la piattaforma politica dei Pirati svedesi

Giovanni maverick1818 a libero.it
Dom 24 Set 2006 19:32:44 CEST


Nicola A. Grossi wrote:

> Pretendere oggi una drastica riduzione del copyright è come dare 
> l'anticoncezionale a un bimbo già nato. 

Punti di vista.
_Secondo me_ se non si parte dalla critica strutturale, e anzi si
accetta la struttura attuale, tutte le rivendicazioni sono solo
posizioni arbitrarie di difesa: ma i difensori diventano popolari più
raramente degli attaccanti. Se non si ha la forza, bisogna dare almeno
la percezione di poter modificare le cose. La mia esperienza mi ha
insegnato che è solo con la lotta che il potere costituito retrocede.

>>> Vuoi cambiare le regole usando le regole o rifiutandole?
>> Se le regole prevedono sbilanciate privazioni di libertà, le rifiuto.
> Buono, ma allora non ti serve discutere delle regole. Ti basta rifiutarle. 

Ci sono regole che non si possono rifiutare, se non ci si vuole
danneggiare più di quanto il rifiuto gioverebbe. Quindi è più utile
usarle temporaneamente per cercare di abbatterle (vedi il copyleft).

> Tu puoi avere tutta l'avversione che vuoi, ma se proponi in un parlamento 
> nazionale od europeo di ridurre 5 anni la durata del diritto d'autore, ti 
> faranno notare che tecnicamente non si può fare perché ci sono convenzioni 
> internazionali che non lo consentono. Devi prima modificare quelle. 

Tu parti dal presupposto che i trattati internazionali siano
obbligatori. Non è affatto così, anche se per interesse nessuno lo
ricorda, anche se l'UE ci "consiglia" mafiosamente delle direttive.

> Io glielo auguro, ma credo che la pirateria, che nulla ha a che fare con il 
> PP, sia un fenomeno ben più rilevante ed efficace da questo punto di vista. 

La pirateria non ha niente a che fare col PP italiano perché il PP
italiano l'ha ripudiata. Ho chattato con diversi appartenenti al PP
francese, spagnolo e tedesco, e lì le cose sono abbastanza diverse.
Anche solo in termini di 'ambiente', quando non di manifesto, le
posizioni teoriche sono molto più aggressive. Non è un caso se
appoggerei senza dubbio questi PP, ma non posso appoggiare quello
italiano, perché di "pirata" ha ormai solo il nome.

> Beh sì, ma dov'è la nostra Parigi del 1848? Qual'è la nostra insurrezione di 
> Dresda? Per quali classi di diseredati ci battiamo?
> Per gli utenti del p2p? :-) 

Ecco qui un altro dei punti deboli che si ritrovano pari pari anche nel
PP italiano: alcuni hanno una visione abbastanza ingenua della proprietà
intellettuale, e pensano che l'avversione ad essa sia una questione di
occidentali opulenti e magari anche parassiti che vogliono solo
scaricare l'ultimo successo hollywoodiano. Secondo me la questione è ben
più complessa e la sua rilevanza è di ordine generale. Si va dalla
libertà dei bambini bielorussi alla ricerca scientifica sul genoma umano
dei ricercatori indipendenti. Tutto unito da un unico filo rosso, la
mercificazione del sapere, e dalla sottomissione al logica del profitto
sulle merci immateriali. Il P2P è solo un effetto, che colpendo gli
occidentali ha solo una eco più forte; ma il peggio di sé la proprietà
intellettuale lo dà in ben altri campi, in ben altri continenti.

Saluti.
Giovanni




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