[Discussioni] Re: FSFE non ha condiviso affatto la piattaforma politica dei Pirati svedesi

Nicola A. Grossi k2 a larivoluzione.it
Dom 24 Set 2006 19:57:46 CEST


Giovanni Scrive: 

> Nicola A. Grossi wrote: 
> 
>> Pretendere oggi una drastica riduzione del copyright è come dare 
>> l'anticoncezionale a un bimbo già nato. 
> 
> Punti di vista.
> _Secondo me_ se non si parte dalla critica strutturale, e anzi si
> accetta la struttura attuale, tutte le rivendicazioni sono solo
> posizioni arbitrarie di difesa: ma i difensori diventano popolari più
> raramente degli attaccanti. Se non si ha la forza, bisogna dare almeno
> la percezione di poter modificare le cose. La mia esperienza mi ha
> insegnato che è solo con la lotta che il potere costituito retrocede.
 

Ma io non voglio dare la percezione di modificare le cose, io le voglio 
modificare per quanto possibile. 

 

>> Tu puoi avere tutta l'avversione che vuoi, ma se proponi in un parlamento 
>> nazionale od europeo di ridurre 5 anni la durata del diritto d'autore, ti 
>> faranno notare che tecnicamente non si può fare perché ci sono convenzioni 
>> internazionali che non lo consentono. Devi prima modificare quelle. 
> 
> Tu parti dal presupposto che i trattati internazionali siano
> obbligatori. Non è affatto così, 

Perché non sono obbligatori? 


Ho chattato con diversi appartenenti al PP
> francese, spagnolo e tedesco, e lì le cose sono abbastanza diverse.
> Anche solo in termini di 'ambiente', quando non di manifesto, le
> posizioni teoriche sono molto più aggressive. Non è un caso se
> appoggerei senza dubbio questi PP, ma non posso appoggiare quello
> italiano, perché di "pirata" ha ormai solo il nome.
 

Non sapevo che ci fossero PP che appoggiano la pirateria. 


>> Beh sì, ma dov'è la nostra Parigi del 1848? Qual'è la nostra insurrezione di 
>> Dresda? Per quali classi di diseredati ci battiamo?
>> Per gli utenti del p2p? :-) 
> 
> Ecco qui un altro dei punti deboli che si ritrovano pari pari anche nel
> PP italiano: alcuni hanno una visione abbastanza ingenua della proprietà
> intellettuale, e pensano che l'avversione ad essa sia una questione di
> occidentali opulenti e magari anche parassiti che vogliono solo
> scaricare l'ultimo successo hollywoodiano. Secondo me la questione è ben
> più complessa e la sua rilevanza è di ordine generale. Si va dalla
> libertà dei bambini bielorussi alla ricerca scientifica sul genoma umano
> dei ricercatori indipendenti. Tutto unito da un unico filo rosso, la
> mercificazione del sapere, e dalla sottomissione al logica del profitto
> sulle merci immateriali. Il P2P è solo un effetto, che colpendo gli
> occidentali ha solo una eco più forte; ma il peggio di sé la proprietà
> intellettuale lo dà in ben altri campi, in ben altri continenti.
 

Sì, sono proprio i casi come quell che hai citato ciò che dovrebbe spingere 
all'azione.
Nel PP italiano mi pare infatti che si parlasse di "espropri per motivi di 
utilità sociale" (almeno, così c'era scritto nella bozza che mi aveva 
sottoposto Bottoni).
Non eri d'accordo nemmeno su quel punto? 


Saluti,
n.a.g. 





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