[Discussioni] voto elettronico
Paolo Mascellani
paolo a elabor.homelinux.org
Gio 13 Dic 2007 10:40:25 CET
Salve,
>>> riguardo alle ultime elezioni, anche io temo con una certa paranoia che
>>> qualcuno abbia provato a fare il furbo, ma mi sono convinto che la
>>> `furbizia' sia dipesa pesantemente proprio da un sempre maggiore
>>> informatizzazione del sistema, soprattutto nella parte di aggregazione
>>> dagli uffici elettorali alle prefetture e da li` al viminale: ma questo
>>> e` un tema a parte
>> Ma questo non può funzionare: se solo un partito ha un minimo di
>> organizzazione, basta che prenda i risultati parziali e si faccia le
>> somme per controllare. Le prefetture non sono poi così tante: si fa con
>> un foglio di calcolo.
>
> sei sicuro che basti un minimo di organizzazione ? con la legge che
> c'era --- non so se e` stata cambiata --- che permette di nominare gli
> scrutatori direttamente, se sono tutti di una stessa fazione politica, e
> non c'e` almeno un rappresentante di lista _per sezione_ (non _per
> seggio_, perche` il rappresentante sta in una sezione durante lo
> spoglio, con i membri del seggio, e non puo' uscire ed entrare negli
> altri) una fazione politica che non abbia `amicizie' dentro al seggio,
> non ha alcun riscontro col dato che gli comunica il comune, ovvero col
> dato che la prefettura gli dice che gli ha comunicato il comune
>
> cioe`, secondo me, nell'ipotesi di non fidarsi delle fonti ufficiali,
> non e` banale avere ``i risultati parziali'' attendibili e applicare
> ``un foglio di calcolo'' --- immagine che, per inciso, volendo
> credergli, e` quella descritta da D'Alema, con riferimento a se stesso,
> riguardo la notte delle elezioni
>
> se non sbaglio era da Fazio, ma potrei ricordare male
Di certo non pretendevo che fosse un'idea originale; d'altra parte,
quando una cosa è vera, non mi interessa poi troppo chi l'ha detta prima
di me.
Comunque, c'è un equivoco: io ho detto questa cosa a proposito della
"aggregazione dagli uffici elettorali alle prefetture e da li` al
viminale"; mi pare invece che il tuo esempio non riguardi
l'aggregazione, ma la formazione del dato.
A questo proposito, è ovvio che un partito per stare tranquillo cerca di
avere rappresentanti in ogni seggio e, dove non ne ha, cerca comunque di
farsi tutelare da quelli che gli sono più vicini. Quando sei sul
territorio, normalmente conosci le persone con cui hai a che fare e
lasciare completamente "sguarnito" un seggio in cui non ti fidi né del
presidente né degli scrutatori credo che sia un'eccezione che, come
tale, è poco influente e, oltre tutto, si può pensare di rilevare su
base statistica.
Per venire a temi più attinenti alla lista, mi preoccupa molto di più
l'introduzione di sistemi che, anche involontariamente, possano alterare
il voto in modo generalizzato. Se ad esempio, l'introduzione di un
sistema di "matita copiativa elettronica" dovesse condurre tutta una
fascia di popolazione a non votare o a votare male, allora la cosa mi
sembrerebbe molto grave. Riprendo qui l'intervento di Francesco:
> Una per ogni cabina, che presenta dei tasti da premere, stampa una
> scheda, la fa vedere all'elettore e dopo approvazione la butta
> nell'urna. Il software usato è indifferente, perché l'utente
> (l'elettore) può controllare completamente l'operato della macchina.
L'elettore può controllare solo gli effetti attesi, non quelli
collaterali; ad esempio, non può verificare che la macchinetta non
registri l'ora del voto e che questo, incrociando con altri dati, non
consenta di sapere che cosa ogni elettore ha votato.
> Una per ogni seggio, che è praticamente un lettore di schede perforate (o
> marcate con codice a barre): si impilano le schede, la macchina le conta
> e presenta i totali. Qui si potrebbe affermare che l'accesso pubblico
> al codice è importante, perché questo potrebbe essere manipolato.
> Tuttavia, visto che il conteggio dovrà comunque essere confermato a mano
> (esattamente come si fa ora) non vedo manipolazioni che possano cambiare
> l'esito in maniera significativa con qualche speranza di successo. Per
> cui anche qui direi che il software usato è poco rilevante.
Credo che uno dei principi della sicurezza sia anche di non lasciare ad
altri quello che puoi fare tu: per me, il fatto che il codice sorgente
sia liberamente disponibile sarebbe comunque una garanzia, anche se sono
cosciente che sapere esattamente che codice (eseguibile) gira su una
macchina non è affatto semplice.
Vorrei infine introdurre un altro argomento: il buon funzionamento del
sistema "manuale" dipende secondo me soprattutto dal fatto che è
implementato da moltissimi individui diversi che eseguono
indipendentemente tra di loro ed in gran parte onestamente operazioni
molto delicate: possono anche sbagliare e ci può essere anche una certa
percentuale di disonesti, ma gli errori (comunque pochi) tendono a
compensarsi e le disonestà sono poche. Se al contrario facciamo fare
queste operazioni ad un sistema automatico, lo stesso per tutti, gli
errori potrebbero non compensarsi e le disonestà potrebbero essere
propagate a tutto il sistema.
Forse, un sistema basato su software libero e personalizzato localmente
ed indipendentemente, potrebbe avvicinarsi meglio al modello "biologico".
Ciao, Paolo.
--
Paolo Mascellani - paolo a elabor.homelinux.org
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