[Discussioni] Il rettore dell'Università di Trento risponde
Daniele Micci
daniele a softwarelibero.it
Ven 22 Giu 2007 09:47:27 CEST
>Chi nella ricerca corre dietro ai brevetti ci corre per davvero,
>altrimenti arriva prima qualcun altro. Non si inventa nel vuoto, se
non
>in rare occasioni, e quel che fai tu è facile che lo stiano facendo
>anche altri.
>
>A parte il fatto che anche se c'è prior art, intanto il brevetto te
lo
>danno, perché l'ufficio brevetti non è onnisciente, poi devi trovare
>qualcuno che trova la prior art e si oppone, non è mica automatico.
Caso:
1) il Centro X fa una scoperta e pubblica i risultati su riviste
scientifiche note e rinomate;
2) la società (cinese, se ti piace) Y brevetta la stessa invenzione;
3) la società Z vorrebbe utilizzare liberamente quell'invenzione.
C'è il problema del brevetto. Che fa la società Z? Prende l'articolo
pubblicato dal Centro X, cita la società Y e si fa dare ragione in 30
secondi (ammesso che davvero l'invenzione sia la stessa).
>Comunque nessuna di queste cose è rilevante in questa discussione, in
>effetti. Non è questo il punto.
Dipende. Il Rettore, su questo punto, ha fatto un'affermazione un po'
"ad effetto", per cercare di tirare il lettore dalla sua parte. Ma non
è, io credo, un'affermazione fondata. Se stiamo commentando quella
frase del Rettore, ciascuna di queste cose è *molto* rilevante.
>Sì, ma è un discorso che regge a livello politico. È difficile
accusare
>il rettore di scorrettezza, lui ha fatto gli interessi
dell'università.
>Che poi questi non siano gli interessi del contribuente è
probabilmente
>vero, come argomentato nello studio di Assoli.
Lo studio pubblicato non accusa nessuno di scorrettezza (nemmeno
Microsoft Research, che - da brava società privata - fa i suoi
interessi). Lo studio denuncia la leggerezza con cui si è valutata la
situazione, a livello politico centrale e provinciale e da parte
dell'Università. Il discorso sulla maggiore competitività derivante
dalla "presenza" di Microsoft può anche essere realistico, ma è
un'ulteriore aggravante nello stesso senso da noi sostenuto: non si fa
così ricerca pubblica. Se, poi, la vogliamo mettere sul piano del "è
così che va il mondo"...
>Un po' c'entra come dicevo sopra, un po' è un discorso ad effetto.
Personalmente, ritengo che sia esclusivamente un discorso ad effetto.
Magari fatto in buona fede, ma infondato.
A meno che, contrariamente a quel che si dice, l'obiettivo del Centro
non sia proprio quello di registrare dei brevetti.
Ma allora torniamo al discorso dei diversi investimenti e dei pari
diritti dei soci del Centro.
>Infatti. Ma il rettore non l'ha fatto per far guadagnare MSR, ma per
>fare gli interessi dell'università di Trento. E MSR è stata brava a
far
>coincidere le due cose.
Sono d'accordo sul fatto che MSR è stata brava a fare i suoi
interessi.
Quanto all'Università, sono un po' meno d'accordo con te: forse era
l'unico modo per costringere lo Stato ad investire, ma certamente non è
quello che pienamente tutela i diritti dell'Università. Comunque,
ribadisco ancora, questo dimostra ancor più il nostro punto
fondamentale: il problema è politico, e riguarda la ricerca pubblica.
>>Fra l'altro si parla di software, la cui brevettabilita' e'
piuttosto
>>dubbia.
>
>Cosa che molto probabilmente lui non sa, come quasi nessuno sa.
Argomento lungo e complesso, decisamente non adatto a questa lista.
Daniele
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