[Discussioni] terminologia licenze

simo s a ssimo.org
Lun 28 Maggio 2007 15:36:47 CEST


On Mon, 2007-05-28 at 14:42 +0200, Roberto A. Foglietta wrote:
> E' il contesto che frena la fantasia e incanala l'associazione di idee
> in un'unica direzione: il software libero è un'evoluzione adattiva,
> una risposta sociale al problema del monopolio informatico. Da questa
> terminologia e in questo contesto in modo istintivo emerge una ragione
> per cui il software libero è da adottare, promuovere  e difendere:
> perchè è una risposta a una situazione di difficoltà.

Beh non mi sembra una gran ragione, in se, per uno che dovesse guardare
dall'esterno. Se questa fosse l'unica ragione si potrebbe sostenere che
non e' necessariamente l'unica risposta e che si puo' migliorare il
sistema pre-esistente in modo da sollevare certe difficolta' senza
modificare il modello distributivo.
Sarebbe un approccio conservatore certo, ma e' quello a cui tutti
tendono naturalmente.

>  Se c'è una percezione anche blanda che il software proprietario non
> sia una risposta alle proprie esigenze ci si sente spinti a evolvere
> verso il software libero.

Si ma solo ce percepisci che la non-liberta' in se del software
proprietario sia un problema. E questo onestamente accade solo molto
dopo aver conosciuto il software libero e normalmente solo ad un livello
cognitivo. In molti casi la non-liberta' di un programma non urta di per
se. Se prendi per esempio un utilizzatore generico che usa un browser e
una suite d'ufficio puo' addirittura essere vero il contrario in quanto
e' piu' facile incontrare (ancora, purtroppo) problemi di compatibilita'
utilizzando OO.org e Firefox che utilizzando MS-Office e IE.

> Se nel software libero non si trova una
> risposta soddisfacente resta la percezione che non è definitivamente
> fallimentare: semplicemente bisogna aspettare che l'evoluzione faccia
> il suo corso oppure incentivarla in maniera che proceda più spedita.

Anche questo non e' detto, dipende da come viene presentato il software
libero. A volte una prematura esposizione ha portato piu' effetti
negativi che positivi.

> Se fosse "permanente" allora un'esperienza fallimentare verrebbe
> associata a "permanentemente fallimentare". E' vero che si parlava di
> licenza, ma questa benedetta licenza è quella che fa il software (in
> effetti è il modello della GPL che imprime il carattere di bazar allo
> sviluppo).

Ecco, questo di associare modello di sviluppo al tipo di licenza e' un
mito che abbiamo sfatato molte e molte volte su questa lista (vedi
archivi :).
La licenza e' spesso del tutto ortogonale al modello di sviluppo.
Certo la licenza GPL puo' favorire uno sviluppo collaborativo perche'
fornisce un framework legale chiaro in cui tu sai secondo quali regole
contribuisci e distribuisci il codice, ma questo e' solo un aspetto
marginale.
Ci sono molti esempi di software GPL che viene sviluppato in modo
verticale, o gerarchico (o a cattedrale come direbbe ESR). Anzi direi
che a parte il kernel Linux (che, ricordiamolo, e' una dittatura
illuminata) e pochi altri esempi di progetti grossi, la maggior parte
dei progetti non e' un "bazar".

>  Se hai trasferito in concetto di permanenza alla licenza lo
> hai trasferito all'esperienza provata con il software libero.

Non credo proprio, le persone non associano i termini di distribuzione
con la qualita' del software (per fortuna), e chi cerca di associarli,
da ambo le parti della barricata, fallisce sempre. Anche Micoroft ha
tentato di sostenere che il fatto che il software fosse proprietario e e
controllato da un unica entita', con il codice tenuto segreto in modo da
evitare fork e usi maligni, fosse maggiore garanzia di qualita' e ha
ovviamente fallito.

>  Sappiamo
> bene che molti hanno inizialmente un piccolo "trauma" nel cambiare
> tipo di software a questa sensazione deve essere associata un'idea di
> "evoluzione".

Io la preferisco associata con l'idea di liberta'. L'idea di evoluzione
cade miserabilmente appena una mancanza di feature viene vissuta come
una involuzione. Se invece il focus e' la liberta', una mancanza di
features puo' accettata come prezzo temporaneo da pagare.

>  Forse nel caso di OpenOffice questo piccolo trauma è
> così leggero che non hai avuto modo di notarlo pesantemente, ma quando
> si tratta di cambiare sistema operativo, e non solo affiancare qualche
> programma a quelli che già si adoperano, il senso di smarrimento è
> assolutamente più forte e deve essere percepito come "transitorio"
> altrimenti l'esperienza è assolutamente negativa. 

Anche qui bisogna fare dei grossi distinguo. Il trauma, quando c'e', e'
di due tipi:

1. Trauma da conoscenza:
Si conosceva il precedente ambiente in modo relativamente avanzato. Si
aveva l'impressione di avere la padronanza sulla macchina e passare ad
un sistema, sostanzialmente sconosciuto, evoca la paura di perdere il
controllo del proprio sistema, o di non essere in grado di portare a
termine il proprio lavoro.

2. Trauma da ignoranza:
Non si e' mai avuta conoscenza del sistema e ci si e' adattati ad un uso
completamente mnemonico delle pochissime funzionalita' necessarie. Si ha
una terribile fobia di qualunque cambiamento. In questo caso l'OS in se
non ha importanza, quello che terrorizza e' di non trovare l'opzione X
al posto Y perche' non si ha la capacita' di scoprire dove stia la
funzione X se non si trova al posto Y.

Questi secondo me sono due estremi ed in entrambe i casi sottendono una
certa rigidita' del soggetto in esame.
Per fortuna non sono tutti cosi', e anzi molti si adatta facilmente alle
novita' (siamo l'animale piu' adattabile dopo tutto no? :-).
L'unica discriminante per queste persone e' che il uovo svolga le
funzioni di cui hanno bisogno e che ci sia un buon motivo per cambiare
per accettare di perdere tempo per imparare come funziona il nuovo
sistema.

La GUI che mitiga la differenza e facilita la transizione e' non per
niente un mezzo potentissimo per facilitare la transizione. Senza volere
esasperare l'importanza della GUI, personalmente credo che la diffusione
del software libero al di fuori della cerchia dei tecnici potrebbe
seguire in qualche modo la curva di miglioramento delle GUI libere.
Sarebbe, secondo me, uno studio molto interessante da fare se fosse
fattibile.

Simo.




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