[Discussioni] terminologia licenze

simo s a ssimo.org
Lun 28 Maggio 2007 22:01:13 CEST


On Mon, 2007-05-28 at 17:18 +0200, Roberto A. Foglietta wrote:
> Il 28/05/07, simo<s a ssimo.org> ha scritto:
> > On Mon, 2007-05-28 at 14:42 +0200, Roberto A. Foglietta wrote:
> > > E' il contesto che frena la fantasia e incanala l'associazione di
> idee
> > > in un'unica direzione: il software libero è un'evoluzione
> adattiva,
[..]
> > Beh non mi sembra una gran ragione, in se, per uno che dovesse
> guardare
[..]
>  Non ho detto che sia l'unica ragione ma se una persona ha una
> difficoltà ti assicuro che risolvere quella difficoltà è una un'ottima
> ragione per provare qualcosa di nuovo. Molto più forte di qualsiasi
> discorso filosofico.

Certo, ma dire che il software libero e' una questione evoluzionistica
_e'_ metterla sul filosofico, perche' alla prova pratica spesso il
software libero e' ancora indietro in alcuni campi o e' semplicemente
equivalente (dal punto di vista funzionale si intende).
Io criticavo proprio il metterla sul filosofico, come mi sembra ora stia
facendo tu.

>  Qualsiasi percezione, fosse anche il dover fare il reboot ogni
> giorno, ti spinge a considerare alternative.

Si ma non siamo piu' ai tempi di Windows 3.1/95, questa cosa dei crash
giornalieri e' sempre meno un problema, e ci sono alternative sempre
proprietarie (Apple) che posso spingere sulla stessa leva. La qualita'
del software libero, in se, non e' sufficiente come ragione per
muoversi, lo ammetti tu stesso quando dici che c'e' gente che ti ha
detto: "magari piu' avanti".

>  Stiamo appunto parlando di sistemi di comunicazione più adeguati di
> proporre il software libero. Più adeguati nell'aumentare la user-base,
> tu invece vorresti convertirli che è tutta un'altra cosa. Caso mai poi
> fosse necessario occorre accettare che serva tempo per una conversione
> sincera. Tanto prima portali a essere utenti e poi si vedrà.

Credo che qui bisogna fare un distinguo. Perche' proporre software
libero vuol dire proporre un modo di pensare diverso. Invece tu mi
sembra voglia proporre un certo impacchettamnto di software libero
(ovvero una distribuzione Linux).

Questa proposizione puo' avanzare la causa della diffusione delle
distribuzioni Linux (cosa che mi sta anche a cuore, visto che lavoro per
una di esse), ma non lo si puo' e non lo si deve confondere con la
diffusione del software libero in se.

Certo, puo' aiutare, ma non e' detto. Una distribuzione puo'essere
scelta solo perche' e' bella da vedersi (e ti infarcisce di driver e
software proprietario sopra un kernel libero) o ha funzioni che ti
risolvono uno specifico problema tecnico o perche' va di moda o altro.
Ma se nella scelta non vi e' alcuna presa di coscienza sul
perche' (liberta') e' bene fare questa scelta, allora non vi e' alcun
avanzamento della diffusione del "software libero", vi e' solo una
diffusione di software (generico) alternativo (a MS).

Non e' che sia in contraddizione promuovere uno _e_ l'altro, sono solo
due contesti differenti, e uno non implica necessariamente l'altro.
La "comunita'" dovrebbe concentrarsi alla diffusione del software libero
che tanto alla diffusione di "Linux" ormai ci pensa il mercato da se.

> > Ecco, questo di associare modello di sviluppo al tipo di licenza e'
> un
> > mito che abbiamo sfatato molte e molte volte su questa lista (vedi
> > archivi :).
> 
>  Può essere un mito, ma la gente conosce il mito e non questa lista.

Bene, compito di chi partecipa a questa lista e' evitare di portare
avanti un falso mito, e aprire gli occhi, allora. Ci sono molte ragioni
per promuovere il software libero, non e' necessario promuovere i falsi
miti facilmente confutabili alla prova dei fatti.

>  Resta il fatto che fuori da questa lista devi confrontarti con il
> mito.

No, il mito ce l'ha solo una parte di questa "comunita'", una parte che
non ha alcun bisogno di essere sensibilizzata, conosce gia' cosa sia il
software libero. Gli altri, quelli che vanno raggiunti, ignorano
completamente questi miti "interni", evitiamo di diffonderli
ulteriormente.

>  Libertà è poter fare. Tu parli di libertà del software ma se non puoi

E che, c'e' differenza? Mi sa che non parliamo delle stesse cose allora.

> fare viene prima la libertà di fare. La tua è una posizione
> ideologica, tale rimane e non funziona salvo rare eccezioni.

Certo il software libero e' necessariamente una posizione ideologica,
cosi' come lo e' essere a favore del concetto di liberta' in generale, o
di democrazia, o <metti quello cui credi qui>.

>  Ammetti che esiste il trauma nel passaggio, lo descrivi ma alla fine

Veramente e' parte della premessa ... vabbeh :/
Neanche quando uno ti da ragione sei contento, sembra che devi confutare
a prescindere ...

> ti focalizzi sulla GUI quando invece il trauma è qualcosa di
> psicologico e va affrontato, anzi prevenuto, in maniera psicologica.

La GUI ha un forte impatto psicologico, e' l'interfaccia con la
macchina, il mezzo di comunicazione, e' molto, molto importante.

>  Quando ero giovane (23 anni) ho incontrato un tipo (uomo) che mi ha
[lungo discorso poco in-topic]
Vabbe', eri un po' xenofobo, poi crescendo sei maturato, non mi sembra
un fatto poi cosi' fondamentale, succede a molti, purtroppo non a
tutti. :-)

>  Ovvio che questo ragionamento vale solo per coloro che sono disposti
> a dubitare delle loro idee... poi ci sono quelli che piuttosto si
> spaccano la testa ma non cambiano idea. Hanno sicuramente ragione
> loro?
>  ;-)

Pensi di avere sicuramente ragione tu? :-)

Simo.





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