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studio.lanzalotta a tiscali.it
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Ven 5 Dic 2014 09:43:27 CET
Loredana, sempre un piacere leggerti.
Ma facciamo chiarezza, ASSOLI
dovrà essere l'organizzazione italiana di riferimento per chi sostiene
il software libero?
Se no, quale altra?
Dato il numero esiguo di VERI
sostenitori del free software penso che si debbano concentrare le forze
verso una sola organizzazione italiana.
Ad es. chi
è?
http://www.fsugitalia.org
Il 04.12.2014 12:23 loredana ha scritto:
> On Thu, 2014-12-04 at 11:48 +0100, Francesco Potortì wrote:
>
>>
Francesco Potortì:
>>
>>>> Per l'Italia, devi contattare la FSFEI e
convincerli a registrarsi come associazione di promozione sociale presso
qualche registro regionale. Dovrebbe essere tutto quel che serve.
>>>
Assoli (http://softwarelibero.it [1]) è già una APS (registrata nel
registro provinciale si Firenze). Non credo che creare un'ulteriore
associazione atomica (nel senso di "molto piccola", Assoli non arriva a
50 soci) sia molto utile.
>> L'altra associazione (FSFEI, il ramo
italiano di FSFE) esiste da parecchi anni, non c'è da crearla, solo da
registrarla come APS eventualmente previa revisione dello statuto, ma si
tratta di formalità.
>
> Mi permetto di suggerire... allora,
facciamolo. Non so quanti altri
> sentano l'esigenza di non passare
tutto il tempo a spiegare il
> significato e la portata dei principi che
sono alla base del software
> libero con chi non ne vuol sapere, il più
delle volte per piccoli o
> grandi, inconfessati, interessi di parte o
scaramucce personali.
>
> Facciamolo in modo che ci si riconosca (chi
vuole) e finalmente si parta
> a fare, anche qui, con coerenza, non i
miracoli o niente, ma quello che
> sta tra zero e infinito, cioè
qualcosa, nella direzione chiara
> identificata da 30 anni, che
raccoglie esigenze universali ed
> economicamente e socialmente
fondamentali.
>
> Se poi non c'è proprio nessuno, va beh, allora non
serve. Ma non sono
> necessariamente i numeri che contano. All'inizio,
ne è bastato uno,
> sufficientemente testardo. Esempi non mancano sul
territorio nazionale
> dove in pochi hanno raggiunto risultati di
scala.
>
> Qui manca tutto. Dalla possibilità di acquistare facilmente
hardware
> compatibile con distribuzioni libere, alla volontà di usarle,
almeno a
> livello personale, per non parlare dello sviluppo, se non per
poche,
> lodevolissime eccezioni, che vengono però costantemente
boicottate da
> chi dovrebbe sostenerle e aiutarle a diffondersi.
>
>
D'altra parte, c'è un bisogno estremo, in parte dettato dalla crisi. E
>
c'è un gran caos che però, almeno, riporta alla ribalta, seppur in
modo
> per lo più fanfaronesco, temi ed esigenze davvero inderogabili.
>
> La fsf e debian stanno ricompattandosi, e sono pilastri
fondamentali
> dell'economia digitale. Non si capisce perché non si
possa costruire
> intorno un'economia che sia al servizio della comunità
(quella che, in
> untima istanza, se si vuol essere venali, paga, cioè
tutti noi).
>
> Se non ora, quando?
>
> Loredana
>
>
_______________________________________________
>
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> Totale
iscritti: 368 al 06/11/2010
>
> Questa è una lista di discussione
pubblica aperta a tutti.
> I messaggi di questa lista non rispecchiano
necessariamente
> le posizioni dell'Associazione per il Software
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